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2,6 milioni nella space economy dall’Emilia-Romagna

L'Emilia-Romagna finanzia ricerche aerospaziali - ph. WikiImages

L'Emilia-Romagna finanzia ricerche aerospaziali - ph. WikiImages

La Regione della Motor Valley investe su nove progetti in ambito spaziale, mentre l’Università di Ferrara si conferma centro strategico per l’International Cosmic Day.

Celebre nel mondo per i bolidi fiammanti che sfrecciano per strada e su pista, l’Emilia-Romagna investe ora sui mezzi che prendono la via del cielo. La Regione ha deciso infatti di investire 2,6 milioni di euro in 9 progetti del settore aero-spaziale, che a loro volta dovrebbero portare a investimenti complessivi per 6,7 milioni. Occhi puntati in alto, dunque, ma anche concrete ricadute sul territorio, grazie a una rete di collaborazioni fra Università, Tecnopoli e Rete regionale di alta tecnologia.

I progetti riguardano, fra gli altri, la possibilità di sviluppare e testare materiali schermanti contro le radiazioni cosmiche, dai quali si potranno ricavare applicazioni anche per la radioprotezione e per la terapia contro il cancro. Si vogliono inoltre sviluppare servizi di monitoraggio a distanza e in tempo reale della salute degli astronauti, che potranno essere utilizzati su larga scala anche sui pazienti “terrestri”. Una delle idee da sviluppare prevede infine la produzione di “combustibili rinnovabili” utilizzando idrogeno generato da energia pulita, per un’esplorazione spaziale più accessibile, economica e sostenibile.

“Con questa misura la Regione intende sostenere progetti di ricerca e sviluppo sperimentale in grado di interpretare al meglio anche le sfide negli ambiti tecnologici dell’aerospace economy”, spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla. In questo modo si dà seguito anche alle collaborazioni internazionali costruite negli anni, con le missioni in Giappone, a Washington, a Houston.

Da poco l’Emilia-Romagna è stata coinvolta anche dall’International Cosmic Day, con i ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e del dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara che hanno risposto alle domande di una cinquantina di studenti collegati da scuole superiori di diverse città. All’iniziativa partecipano da 12 anni anche altre università italiane insieme all centro di ricerca tedesco Desy di Amburgo, il Cern di Ginevra, il Fermilab di Chicago e i gruppi International Particle Physics Outreach Group (Ippog), il tedesco Netzwerk Teilchenwelt e lo statunitense QuarkNet.

di Daniela Faggion

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