Lunedì 20 gennaio 2014, a Bologna, è morto Claudio Abbado tra i più noti direttori d’orchestra al mondo. Abbado, 80 anni, era malato da tempo ed è stato ricordato (e celebrato) dai giornali di tutto il mondo. “Addio, Claudio” , titola a tutta pagina l’inserto culturale di Liberation , che offre ai lettori un lungo coccodrillo. Secondo Le Parisien è morto “uno dei più grandi direttori d’orchestra al mondo” , definito “visionario” da Le Figaro e “anticonformista” da Le Monde , che ne rimpiangono le doti musicali ma anche la personalità acuta e potente, mentre Les Echos ne ricorda “il genio sottile e generoso” . “Il maestro italiano non dirigerà più” , scrive laconico Huffington Post , seguito dal Los Angeles Times che ripropone una lettura critica della carriera di Abbado, con una scelta dei suoi concerti migliori. The Guardian ha dato ampio spazio alla scomparsa del maestro, “il più grande e acclamato direttore della nostra epoca” , mentre The Spectator riassume in un titolo il suo impatto sul mondo della cultura e non solo: “Addio Abbado, ci hai aiutato a scorgere l’eternità” .
Addio Abbado, ci hai aiutato a scorgere l’eternità

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