Adobe, dopo aver aperto al cloud computing un anno fa, ora investe in toto sulla nuvola , spostando tutte le operazioni di sviluppo e distribuzione dei suoi programmi creativi proprio sugli archivi digitali. Addio Creative Suite, dunque, e benvenuto Creative Cloud . Photoshop, Indesign e gli altri software noti ai creativi di tutto il mondo traslocano definitivamente in rete: solo per alcuni programmi continueranno i lanci anche in formato fisico, con la classica scatola dotata di manuale e cd. Il futuro è immateriale e sempre più legato alla nuvola, che garantisce flessibilità, fluidità e sicurezza. Adobe offre la possibilità di diversi pacchetti di abbonamento (da 25 a 86 euro al mese – a seconda degli applicativi scelti e dei gigabyte virtuali a disposizione) , comprensivi non solo dei programmi, ma anche di servizi extra e degli aggiornamenti. Ciascun utente potrà attivare i software su un massimo di due dispositivi, mutabili in ogni momento. Tutte le funzionalità dei clienti saranno modificabili e gestibili attraverso un account online: Creative Cloud funzionerà quindi come piattaforma digitale, raggiungibile ovunque e sempre attiva, dando la possibilità di scaricare in qualsiasi momento i programmi necessari, nonché di sincronizzare automaticamente le impostazioni degli stessi su qualsiasi dispositivo. Creative Suite 6 non sparirà immediatamente : chi ha bisogno di una vecchia licenza potrà ancora acquistarla, ma l’aggiornamento sarà garantito solo per quanto attiene bug minori e compatibilità con i sistemi operativi che usciranno nel periodo previsto di assistenza. Non ci sarà nessuna Creative Suite 7 , ma da ciascun software creativo Adobe sarà vergato dal marchio CC. Creative Cloud consentirà di avere migliorie costanti, anche di piccolo cabotaggio, garantendo alla compagnia più introiti e un mercato più elastico, meno esposto alla pirateria. La nuova è anche questo.
Adobe dà il benvenuto a Creative Cloud

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