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Agcom: editoria, rivedere provvidenze

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Si è conclusa la prima parte dell’ Indagine Conoscitiva sui mezzi d’informazione della stampa quotidiana, periodica e multimediale. Nel settore dell’editoria, l’obiettivo di tutela della concorrenza deve coniugarsi con la salvaguardia del pluralismo dell’informazione e, in questo quadro, ogni intervento normativo di riforma delle provvidenze pubbliche e dei limiti antitrust dovrà tener conto delle particolari caratteristiche di un settore nevralgico per la democrazia. L’ intervento pubblico a tutela del pluralismo viene esercitato in 3 forme: sostegno economico alle imprese, limiti alle concentrazioni editoriali e vincoli all’organizzazione distributiva . La prima parte dell’indagine viene pubblicata per fornire un contributo al progetto di riforma del settore avviato dal Governo. L’organizzazione distributiva richiede, invece, un ulteriore approfondimento che verrà svolto nei prossimi mesi. In relazione alle sovvenzioni all’editoria, l’Autorità ha rilevato che la riduzione delle barriere all’ingresso attraverso il sostegno di nuove iniziative editoriali può costituire un utile strumento di tutela del pluralismo . Tuttavia, affinché i contributi pubblici possano assolvere efficacemente tale funzione, le modalità di erogazione devono essere definite secondo criteri idonei ad agevolare tempestivamente l’avvio delle nuova pubblicazioni, senza peraltro instaurare condizioni di dipendenza dalla sovvenzione. Tra le sovvenzioni indirette, la voce principale è rappresentata dalle agevolazioni postali per le vendite in abbonamento. Dal punto di vista dell’utilizzo di risorse economiche pubbliche, si tratta di gran lunga della forma di sostegno più rilevante a favore dell’editoria. Il valore complessivo delle agevolazioni tariffarie riconosciute all’editoria, secondo le quantificazioni effettuate a consuntivo dalla società Poste Italiane, è stato pari a 303 milioni di euro nel 2005 e a 299 milioni di euro nel 2006. Tuttavia, è emerso dal lavoro d’indagine che esse non hanno costituito una misura efficace per sviluppare degli abbonamenti e finiscono invece col favorire Poste Italiane , unico soggetto presso cui è possibile ottenere i benefici, ostacolando lo sviluppo di una piena concorrenza nei servizi di recapito e consegna. Quanto ai limiti alle concentrazioni, la normativa italiana vieta agli editori di effettuare acquisizioni che conducano a controllare testate quotidiane la cui tiratura superi il 20% della tiratura complessiva dei giornali quotidiani in Italia, ovvero il 50% delle copie tirate in ambito interregionale. In proposito, l’Autorità reputa che l a fissazione di tetti ex ante, sebbene in linea generale incida sulla capacità di crescita delle imprese, in questo caso, alla luce delle peculiarità che contraddistinguono il settore dell’editoria, sia giustificata a salvaguardia del pluralismo . Pertanto, compete al regolatore e al legislatore individuare misure che tendano ad un corretto equilibrio tra il diritto alla libera iniziativa imprenditoriale ed il perseguimento del pluralismo delle opinioni. Esiste una forte competizione tra quotidiani a pagamento e gratuiti sul versante della raccolta pubblicitaria , soprattutto per quanto concerne la pubblicità di ambito locale. Infatti, la free press ha costituito in alcuni casi una risposta efficace alla domanda latente di spazi pubblicitari da parte di imprese di dimensioni medio-piccole, con un forte radicamento locale. La raccolta pubblicitaria delle testate di free press, per quanto in forte crescita, non raggiunge ancora il 10% della raccolta complessiva dei quotidiani. Accanto alle sovvenzioni indicate, il settore dell’editoria beneficia anche di un regime speciale monofase di applicazione dell’Iva, in base al quale l’editore, quale unico soggetto passivo, è tenuto a versare un’aliquota agevolata pari al 4% sulla vendita di libri, quotidiani e periodici. Detta aliquota viene estesa ad alcuni prodotti venduti in allegato a una pubblicazione, a determinate condizioni. Si tratta, ad esempio, di dvd e videocassette vhs, anch’essi soggetti l’applicazione dell’aliquota del 4% (rispetto a quella del 20% applicata nei normali canali di vendita) quando rappresentino supporti integrativi o integrino in senso stretto il prodotto editoriale, esplicando una funzione illustrativa del contenuto dello stesso.

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