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Agcom: serve riequilibrio nei telegiornali

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Serve un “immediato riequilibrio dell’informazione politica tra tutte le liste partecipanti alla campagna elettorale”, in particolare nei tg, dove si nota un “forte squilibrio” nel rapporto tra formazioni maggiori e minori e tra Pdl e Pd, a vantaggio del primo. E’ il senso dell’atto di richiamo rivolto dalla commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni sia alla Rai sia alle tv private. La commissione, spiega una nota dell’Agcom, “ha indirizzato un atto di richiamo alle emittenti radiotelevisive pubbliche e private , per l’immediato riequilibrio dell’informazione politica tra tutte le liste partecipanti alla campagna elettorale”. “Dal monitoraggio della prima settimana dell’ultima fase della campagna elettorale, dopo la presentazione delle liste, particolarmente per quanto riguarda la presenza nei notiziari delle forze politiche, spiega ancora la nota, emergono dati di forte squilibrio sia tra le due forze politiche maggiori e il complesso delle altre sia nel rapporto tra queste ultime sia, anche, in una certa misura, tra il Pdl e il Pd a favore del primo”. Sulla questione politica è intervenuto anche Michele Lauria, commissario dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, affermando che “le regole della par condicio, in presenza di quindici candidati premier e circa una ventina di soggetti politici in competizione sono di difficile e dubbia applicazione sia da parte dell’Autorità che da parte della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, nonché dalle stesse emittenti televisive”.  “Da questa obiettiva situazione”, spiega Lauria, “nascono le polemiche, a volte corrette a volte strumentali, emerse nel corso di questa campagna elettorale”. Il commissario Agcom precisa che “la par condicio è presente in tutte le democrazie occidentali e in Italia la legge è nata anche per fronteggiare il non risolto conflitto d’interesse”. “Pur con questi limiti l’Autorità, senza lasciarsi influenzare o intimidire”, promette Lauria, “vigilerà per garantire al massimo una competizione elettorale equilibrata. Spetta al nuovo Parlamento, se lo riterrà opportuno, adeguare o meno la legge coniugandola al meglio con un’eventuale riforma della legge elettorale”.

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