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All’Isola del Giglio oltre le attese il ripristino dei fondali marini

Isola_del_giglio

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Dopo dieci anni dal naufragio della Costa Concordia il ministero della Transizione ecologica conferma come davanti all’isola del Giglio “siano superiori alle attese i risultati degli interventi di ripristino ambientale dei fondali marini”.

Dieci anni fa col naufragio della nave da crociera Costa Concordia incagliatasi contro gli scogli dell’Isola del Giglio si formò una spaccatura di ben 70 metri nello scafo che generò il parziale affondamento della nave e la morte di 32 persone. Al disastro umano si sommò un devastante impatto sull’isola. E per evitare ulteriori danni la nave doveva essere rimossa, dovevano inoltre, essere ripristinate le condizioni ambientali del sito e dei fondali marini. Soprattutto era doveroso reimpiantare le praterie di posidonia oceanica e il coralligeno, le scogliere coralline del Mediterraneo. Entrambe fonte di biodiversità dei nostri mari.

Dopo aver rimosso le cause, i trapianti effettuati nel 2016 hanno dimostrato un raddoppio del numero di fasci trapiantati, così come quelli effettuati dal 2019 sembrano avere un esito simile. Analogamente per le gorgonie, gli elevati tassi di sopravvivenza e di guarigione hanno fatto sì che alcune pareti rocciose abbiano riacquistato la loro originale tridimensionalità e si stiano avvicinando alla loro condizione naturale. 

di Arman C. Mariani

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