L’arrivo sul mercato di Kindle Paperwhite riporta in auge Amazon. Il più importante sito di e-commerce al mondo ha dichiarato di non guadagnare dai suoi dispositivi mobili (e-reader e tablet), ma la vendita sottocosto dei vari Kindle viene compensata da introiti enormi legati ai contenuti digitali: libri, musica e news via app. I prezzi competitivi di Kindle Fire ne hanno garantito il successo , permettendogli negli Stati Uniti di rivaleggiare con iPad (quanto a diffusione), mentre la serie di e-reader si acquista facilmente per prezzi intorno ai 100-120 euro, decisamente competitivi. Amazon, per stessa ammissione del suo capo Jeff Bezos, può permettersi prezzi stracciati perché rimpolpa gli utili attraverso la vendita di tutti i contenuti supportati da Kindle. Il dispositivo, insomma, è solo il tassello che permette di chiudere un circolo chiuso di consumo che si autosostiene, anche grazie a escamotage quali la connessione diretta e gratuiti ai portali Amazon attraverso Kindle, ovunque l’utente si trovi, così da favorire gli acquisti dal sito madre. Più che l’oggetto, dunque, assume importanza l’ecosistema, con app e contenuti: una lezione che Samsung, Microsoft e gli altri colossi (Apple esclusa) devono ancora imparare.
Amazon a guadagno zero su Kindle. Ma il resto?

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