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Andrew Sullivan sceglie l’autonomia, ecco il primo blog indipendente con paywall

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Andrew Sullivan è un noto giornalista britannico, autore del celebre blog The Dish : ha deciso di lasciare il suo editore e la sua testata, il Daily Beast , per proseguire la propria attività autonomamente, così dal primo febbraio il blog diventerà a pagamento . L’editoria online evolve e ora offre anche il primo caso di blog-star che prova la via dell’indipendenza, editoria ed economica, proponendo ai propri lettori di accedere ai post pagando un abbonamento annuale da 19,99 dollari (offerta lancio). The Dish manterrà la sua identità, la sua integrità e non avrà alcuna inserzione pubblicitaria , assicura Sullivan, che ha aperto il blog nel Duemila, a 37 anni, dopo esperienze a The New Republic , The New York Times , New York Magazine e The Washington Post , oltre al londinese Sunday Times . Personaggio sui generis , Sullivan ha conquistato un ampio seguito online e fatto discutere per le sue opinioni sul mondo politico anglosassone: conservatore ‘mobile’ (ha sostenuto Reagan, Tatcher, Clinton e Obama), omosessuale cattolico, sieropositivo dal 1993, non ha mancato di commentare le principali vicende internazionali, dall’11 settembre alla guerra in Iraq, cambiando spesso idea. Nei primi anni di vita, secondo lo stesso autore, The Dish fu un passatempo utile a valutare il potenziale della scrittura su web e l’indipendenza offerta dal nuovo medium. Poi venne ospitato dai siti di testate famose in tutto il mondo, da Time ad Atlantic , per finire con il Daily beast di Tina Brown, che lo scorso anno ha acquisito Newsweek . I diversi passaggi hanno incrementato a dismisura il traffico sul blog, che oggi conta sette impiegati e 1 milione di utenti unici al mese. Con un simile scenario e 13mila post prodotti nell’ultimo anno (cui hanno fatto seguito 90mila e-mail dei lettori), Sullivan ha deciso di fare il grande salto, diventando di fatto il primo blog-quotidiano di portata internazionale a farsi editore di se stesso. Secondo le stime, gli serviranno 750mila dollari all’anno per proseguire l’attività al ritmo attuale. Ma il rischio fa parte dell’impresa.

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