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Anna Bettz da starlette all’accusa di complicità con la mafia

Una vicenda tra criminalità organizzata, attori italiani celebri e starlette, tutto all’ombra del petrolio, tanto petrolio venduto senza pagare imposte e accise per decine forse centinaia di milioni di euro. La storia è pronta per diventare uno sceneggiato con attori che interpretano loro stessi nella parte criminale, imputazioni da dimostrare, in cui avrebbero intrecciato evasione ed elusione fiscale con gli interessi della camorra e della ndrangheta.

Protagonista l’ereditiera e cantante Anna Bettozzi, 63 anni, cantante e showgirl con ospitate discinte in trasmissioni televisive e finta fidanzata dell’attore Gabriel Garko con il nome d’arte Anna Bettz.

Tre anni fa il marito Sergio De Cesare muore e le lascia la cassaforte della Maxpetroli, ma quando la apre ci trova poco. Sono molti i debiti e pochi i soldi e allora si rivolge ad amici per avere liquidità. E’ a questo punto che secondo la ricostruzione del procuratore capo di Roma Prestipino arrivano soldi del clan Moccia e da Alberto Coppola per far circolare in Italia carburanti a basso prezzo evadendo le imposte.

Dalla ricostruzione non si deve pensare che la Bettozzi sia una donna travolta dalle necessità e incastrata dai soldi presi dalla criminalità organizzata. E’ lei a diventare la capoclan, a gestire il gioco, a unire sotto il suo interesse e grazie alle competenze apprese dal marito le due mafie.

Una storia che vede anche l’attore Gabriel Garko contrattualizzato per 200 mila euro come compagno d’immagine per comparire insieme sui giornali. E poi l viaggi che la Bettozzi fa in Rolls Royce direzione Cannes, con l’intoppo alla frontiera tra Italia e Francia dove le trovano 300 mila euro in contanti. Argent de poche dice lei, una paghetta. Ma i finanzieri vanno nel suo albergo e salta fuori un altro milione e 700 mila euro. Il controllo non era casuale. Due milioni tondi. La storia racconta anche di spie che fanno il doppio gioco, informazioni riservate su quello che avveniva nelle riunioni della Direzione nazionale antimafia che giungono al suo orecchio. Un giro tutto da appurare di relazioni con magistrati e confidenti. Poi 71 arresti, le manette e un malore che la porta in clinica. Siamo solo al primo episodio di una serie che riunisce tutti gli stereotipi italiani.

• di Marcello Costa

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