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ANTONIO RICCI E QUEL “REGALO” AI TALK

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Tempi durissimi per scrivere di televisione. Lo stato dell’arte? Vengono imbastiti dibattiti sulla carta stampata, ma anche in tv, sulla scarsa qualità dei programmi, sulla crisi dei reality e sulla follia di fare iniziare la seconda serata dopo la mezzanotte. Il tutto nasce da un articolo di Aldo Grasso pubblicato dal “Corriere della Sera”. Pensiamo che Grasso abbia fatto benissimo a sollevare il problema per l’ennesima volta, ma non crediamo che possa servire a molto. Come in uno scontato gioco autoreferenziale, infatti, il tema ha invaso gli spazi di molti programmi con un diluvio di inutili chiacchiere. Programmi dove, tra conduttori e ospiti, spiccano volti che non hanno nessun interesse affinché lo status quo venga modificato. Contrattualmente sono tutti legati a questa televisione condizionata soprattutto dall’esagerato potere dell’auditel. Da un punto di vista sindacale, dunque, costoro hanno tutto il nostro appoggio. Altro discorso sarebbe vedere i politici affrontare di petto il problema del servizio pubblico, ipotizzare privatizzazioni contro le fisiologiche lottizzazioni e costringere così tutti i professionisti operanti nel piccolo schermo a rimanere sul mercato con idee e stimoli nuovi. Lo sforamento dei programmi, inoltre, come ha saggiamente ricordato Grasso, può essere fatto risalire alla scelta di uno dei pochi uomini con reale grande potere all’interno della tv: Antonio Ricci (impigritosi come autore, ma questo è un altro discorso). Da un punto di vista commerciale l’allungamento di “Striscia la notizia” fino alle 21.20 è stato un colpo di genio cui la Rai non ha saputo rispondere per arrivare alla cosidetta prima serata con un traino importante. Ebbene: Mediaset dovrebbe costringere Ricci a chiudere il suo programma entro le 21 per non generare il micidiale concatenamento di ritardi? Utopia. Ricci quando vuole, però, può anche essere magnanimo: il tormentone sullo scontro tra Vittorio Sgarbi e Alessandra Mussolini all’interno de “La pupa e il secchione” è partito da un servizio di “Striscia”. Il pittoresco “fuori onda” non solo non è stato tagliato nella differita del reality, ma è stato oggetto di dibattiti trasversali ai vari talk pomeridiani, da “Buona domenica” a “Domenica In”, passando per “L’Italia sul due”. Tutti ne parlano, ed è per questo che sono tempi durissimi per dissertare di televisione.

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