di Giorgio Bellocci Non è difficile immaginare cosa abbia pensato Carlo Freccero quando lo scorso 19 giugno ha appreso della morte di James Gandolfini, universalmente conosciuto come l’Antony Soprano della splendida serie ambientata nel New Jersey. Freccero, in qualità di direttore di Rai 4, ha infatti avuto l’ottima intuizione di mandare in onda nel prime time domenicale della rete le repliche delle ultime stagioni de I Soprano , fiction incentrata sugli italo-americani tendenti agli affari pericolosi, conclusasi dopo sette anni di successo mondiale nel 2007. Anche come risarcimento per il pessimo modo in cui Mediaset trattò le prime visioni, con una imbarazzante programmazione a singhiozzo nella tarda serata del palinsesto estivo! Freccero, da fan dichiarato de I Soprano e da iconoclasta, non avrà potuto fare a meno di pensare che tre giorni prima della morte di Gandolfini, avvenuta a Roma per un infarto, Rai 4 aveva trasmesso l’episodio in cui Antony viene ricoverato in ospedale per una bruttissima insufficienza cardiaca (nella finzione viene salvato per miracolo)… Una coincidenza incredibile! In molti, tra gli addetti ai lavori e i fan sui social network, hanno ricordato come non fosse corretto ricordare Gandolfini solo per I Soprano , avendo il nostro un curriculum di tutto rispetto sia in ambito teatrale, sia in quello cinematografico. Questo invece per me è il momento di andare controcorrente: Gandolfini è ancora, e sempre lo sarà, il meraviglioso Antony, e da qualche parte sta mettendo a repentaglio il suo cuore con una vita al solito borderline e pericolosa. Piena di stress, che gli deriva dal carisma e dalla responsabilità di guidare due “famiglie” (quella naturale e quella del business…), di tentazioni sotto forma di curve femminili (malgrado il sincero amore per la moglie), ma anche di gesti di pura genialità!
Antony e James: un cuore per due

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