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Apple trimestre boom, ma cade in Borsa

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Apple ha chiuso il primi trimestre fiscale (quello autunnale) con ricavi per 54,5 miliardi di dollari , grazie soprattutto ai 47,8 milioni di iPhone venduti tra ottobre e dicembre. L’utile netto della compagnia nel periodo è stato di 13,1 miliardi: cifre record, che però non sono bastate a convincere gli analisti, che si aspettavano di più. Così Wall Street ha registrato un crollo dei titoli di Cupertino, che ieri sono arrivati a perdere il 10% durante le contrattazioni. A punire Apple è stato il tasso di crescita (+18% per i ricavi su base annua), il più basso da quando Steve Jobs lanciò iPhone, nel 2007. Lo smartphone più popolare al mondo sembra aver perso il suo impatto innovativo e patisce la concorrenza: Samsung Galaxy, Nokia Lumia e Htc, con varietà di modelli, fasce di prezzo e sistemi operativi hanno conquistato fette importanti di mercato, minando la sin fiducia sin qui solida degli investitori. Le azioni dell’azienda hanno perso il 27% del loro valore negli ultimi quattro mesi, polverizzando guadagni per 190 miliardi di dollari. A Wall Street si attendevano ricavi superiori ai 55 miliardi e ulteriori prospettive di crescita, ma gli eredi di Jobs hanno qualche difficoltà a muoversi in un mercato sempre più asfittico (per affollamento e a causa della crisi). “ Siamo soddisfatti dei ricavi record, abbiamo fiducia nei nostri prodotti e continuiamo a concentrarci nell’innovazione e nel produrre i migliori prodotti al mondo” , ha detto l’ad Tim Cook. Ma il taglio agli ordini per i pezzi di iPhone 5 e il tonfo in Borsa sono i sintomi del ritorno alla normalità di Apple, che nell’ultimo decennio sembrava un colosso invincibile e destinato a una crescita senza fine. La prossima sfida sarà la riorganizzazione delle attività e delle idee secondo una mentalità meno autarchica. La Mela non è più sola nell’elite dell’hi-tech: il bilancio d’oro di Google (pubblicato ieri) è lì a dimostrarlo. E non può essere ignorato.

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