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Aronofski spiega il Festival di Venezia, che accoglie Clooney e passa Ezio Greggio

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Una manifestazione imprevedibile, fatta di estremi che spesso si succedono senza soluzione di continuità. Questa è la Mostra d’arte cinematografica di Venezia secondo Darren Aronofski , quest’anno a capo della giuria che assegnerà il Leone d’Oro. “Questo Festival è come le montagne russe, può essere crudele come fantastico” , assicura il regista, che vinse a Venezia con The Wrestler , nel 2008. Aronofski, in attesa della prima proiezione ufficiale dell’edizione 2011 che si terrà tra poche ore, ha così rotto il ghiaccio con l’ambiente del Lido, che aspetta di vedere Le idi di marzo di George Clooney e la presentazione della madrina Vittoria Puccini. L’attore e regista statunitense si presenta in Laguna con un film impegnato e con un cast di assoluto richiamo (Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffmann, Evan Rachel Wood e Marisa Tomei), pronto a dare battaglia agli altri grandi nomi in gara, da Sokurov a Polanski, passando per Cronenberg: “Non è un film politicizzato – ha detto della sua opera – , ma un thriller politico, una storia morale sul conflitto tra cinismo e idealismo, centrato sul dilemma: sei disposto a venderti l’anima per il potere?” Una pellicola dal forte sapore internazionale , dunque, che segnerà la vera apertura della kermesse, dopo l’anteprima extra Festival, avvenuta ieri, di Box office 3D , nuovo film di Ezio Greggio . Il comico si è detto entusiasta dell’approdo a Venezia, voluto a suo dire dal direttore Marco Muller in persona. Il film, parodia dei recenti successi hollywoodiani (da Harry Potter ad Avatar), non ha però convinto i critici che l’hanno definito imbarazzante , e nemmeno compare nel catalogo ufficiale della Mostra.

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