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Asporto e delivery in Italia: cosa si ordina di più?

Melissa Agliottone e Ranya Moufidi in gara per l'Italia

Melissa Agliottone e un’altra finalista, Ranya MoufidiMelissa Agliottone e un’altra finalista, Ranya Moufidi

Un’indagine di leggimenu.it fotografa le abitudini degli italiani su asporto e delivery e l’impatto della tecnologia sui ristoranti. La pizza vince sia in casa che fuori casa.
Gli italiani, è risaputo, amano il cibo e soprattutto mangiare bene. Per questo motivo, secondo una ricerca presentata qualche giorno fa a Roma da Italgrob – Federazione Italiana Distributore Horeca – il Food&Beverage è un mercato che in Italia, fra consumi domestici e consumi extradomestici, ha un valore di oltre 200 miliardi di euro e che, partendo dalle produzioni agricole, passando per le industrie di trasformazione, distribuzione, punti vendita e punti di consumo occupa circa 2 milioni di persone.
Ma quali sono i piatti che gli italiani amano maggiormente e che ordinano di più? Dall’analisi di leggimenu.it, startup fondata ad inizio 2023 da Alessio Marzo e Chiara Ercoli che offre l’unico menù digitale gratuito utilizzato da quasi 25mila ristoranti italiani, emerge che sia a casa, sia fuori casa il cibo più amato è la pizza, seguita subito dopo dall’hamburger. A seguire, nell’asporto o nel delivery, tra i cibi più richiesti troviamo i classici primi piatti e la frittura, mentre chi consuma pranzi o cene al ristorante preferisce bruschette e fritti, seguiti da risotti e carne.
L’indagine analizza anche i vantaggi che la tecnologia applicata al mondo della ristorazione ha portato nella vita degli italiani su 10 mila ristoranti con cucine diverse – da quella italiana a quella giapponese – di cui il 60% offre il servizio di asporto o delivery. Ciò che salta all’occhio e che è indice di come l’Italia stia cambiando il suo rapporto con la ristorazione, è che di questo 60% il 34% fa esclusivamente asporto o delivery mentre oltre il 60% fa più asporto o delivery che servizio al tavolo. Il 44% degli intervistati ha dichiarato che il passaggio dal menù cartaceo a quello digitale ha semplificato il processo di ordinazione, soprattutto da parte dei clienti stranieri: velocità nel servizio con l’85% delle ordinazioni che non superano i 5 minuti di durata, meno errori, un aumento dei piatti ordinati e quindi della spesa complessiva.
A godere dei benefici della tecnologia non è solo il menù ma l’intera filiera. Il 61% dei ristoranti sottoposti al sondaggio ha infatti deciso di digitalizzare anche i sistemi di pagamento, mentre il 10% del totale di coloro che sono stati sottoposti al sondaggio ha scelto di snellire le procedure per il reperimento delle materie prime. Infine, il 6,8% degli intervistati ha offerto la possibilità di ordinare con il tablet in autonomia, senza bisogno che un cameriere si rechi fisicamente al tavolo.
di Antonietta Vitagliano
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