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Ballarò & Porta a Porta: il palinsesto politico Rai svilisce i contenuti

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Domani, martedì 15 settembre, Raiuno proporrà in prima serata una puntata speciale di ‘Porta a Porta’, dedicata alla consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi. Contemporaneamente, su Raitre, avrebbe dovuto cominciare la stagione di ‘Ballarò’, talk show politico tra i più seguiti d’Italia. Viale Mazzini ha deciso di far slittare il programma condotto da Giovanni Floris per lasciare invece campo libero a quello di Bruno Vespa. Ogni speculazione è valid a, o quanto meno plausibile. ‘Porta a Porta’ (che potrebbe avere tra gli ospiti anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi) conquisterà share e attenzioni da prima serata, cui certo gioveranno anche le polemiche di queste ore. Le reazioni dei diretti interessati sono state immediate: “ Quello che sta succedendo è gravissimo – ha commenta il direttore di Raitre, Paolo Ruffini – perché dà un’idea della Rai totalmente sbagliata, un’immagine scorretta di come si fa informazione. ‘Ballarò’ è un programma in cui ci si può confrontare, che sa fare informazione e approfondimento; in Rai lavorano persone che credono nel proprio lavoro e nel servizio pubblico e questo deve essere chiaro a tutti” “ Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci – ha detto invece uno stizzito Giovanni Floris – A bbiamo un inviato in Abruzzo da due settimane, e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da tempo, da prima che presentassimo la trasmissione. Si tratta di un avvenimento in agenda; non di un evento, non di un imprevisto, nè di un’emergenza. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica ” ha spiegato. E, mentre il presidente di Viale Mazzini, Garimberti, parla di una “disorganizzazione incredibile” il direttore generale Mauro Masi scansa le polemiche dicendosi sorpreso dalle proteste, a suo pareri immotivate: “Partiranno tutte le trasmissioni che si sentono a rischio censura: Dandini, Gabanelli, Ballarò… Tutte. Il caso non esiste” Il palinsesto indirizzato da un senso ultimo eminentemente politico, però, finisce per danneggiare l’azienda Rai, prima ancora che i cittadini-spettatori, che sovvenzionano il servizio pubblico. Questo perché, nel mare confuso della tv di Stato, con i dirigenti che prestano più attenzione al valore ‘ideologico’ dei programmi che alla loro qualità, rischia di sfuggire un aspetto fondamentale: la tv del Duemila può aspirare alla sopravvivenza, senza snaturarsi, solo puntando sui contenuti, rimettendo al centro il prodotto e non più il medium. Gli stessi contenuti, infatti, non si identificano (quasi) più con un mezzo preciso, con un supporto, ma viaggiano in maniera (quasi) indipendente, venendo riconosciuti in quanto tali ed essendo raggiungibili anche al di fuori del loro canale di origine. Internet, con lo streaming e il download anche illegale, i dvd ufficiali, il satellite: questi, come la Rai, sono contenitori tra cui il pubblico si muove, sempre meno statico e sempre meno legato al marchio, ma anzi alla ricerca diretta del programma desiderato e riconosciuto come valido. La scelta in favore esclusivo di ‘Porta a Porta’, dunque, fa sì che la trasmissione di Vespa si travesta ancora una volta da gran cassa ufficiale all’informazione (in questo caso sull’Abruzzo), certificandone l’istituzionalità ma non garantendo il valore stesso del programma, che invece sarebbe stato maggiore con un’altra voce (quella di ‘Ballarò’) affiancata ad esso. Una scelta perdente, in prospettiva, perché svilisce un patrimonio pubblico come la Rai, erodendone la base di telespettatori, l’autorevolezza, la qualità

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