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Barbareschi perde il “finale di partita” di Chiari

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di Giorgio Bellocci Ottimi ascolti, durissime critiche: lo avessero detto a Luca Barbareschi che la fiction su Walter Chiari da lui prodotta era destinata a tale epilogo magari vi sarebbe stato qualche ripensamento in fase di realizzazione… Walter Chiari-Fino all’ultima risata ha raccolto su Raiuno il gradimento di oltre sei milioni di telespettatori, e ha consacrato Alessio Boni come attore super; straordinario nella rappresentazione del grande attore-intrattenitore scomparso nel 1991. E su questo anche i critici più acerrimi non hanno avuto nulla da dire. Ma sui giornali e in rete sono esplose molte polemiche.   Simone Annichiarico, figlio di Chiari, ha fatto notare che il termine fiction in fondo indica una ricostruzione soggettiva, ma non ha potuto far a meno di lamentare le pecche che risiedono in una ricostruzione romanzata della vita del protagonista e in una sceneggiatura a dire poco raffazzonata. Nel 1987 Barbareschi aveva vissuto come attore la bella avventura di Romance, film minimalista che aveva rilanciato Chiari all’attenzione del grande cinema e che viene evocato nella fiction. Nelle odierne vesti di produttore Barbareschi ha voluto provare a raccontare una delle vicende che meglio rendono l’ipocrisia di cui era ammantata l’Italia democristiana del dopo boom. E di questo bisogna dargli merito. Si, perché è assodato che nell’estate del 1970 Chiari e Lelio Luttazzi vennero ingiustamente accusati di spaccio di stupefacenti. Ed è per fortuna risaputo che le loro carriere vennero pesantemente segnate da quell’esperienza, per non dire dei rispettivi percorsi umani. Ma proprio per questo non mi ha convinto la scelta di escludere dal film la figura di Luttazzi (soluzione edulcorata, dal momento che il comportamento di Chiari non fu irreprensibile verso l’amico). Il racconto ha dipinto in modo efficace il contatto con il nascente e mediocre mondo delle tv private vissuto dall’istrione che aveva lavorato per il grande cinema, ma ignora totalmente, nella frettolosa chiusura, la straordinaria avventura teatrale che Chiari visse con l’amico Renato Rascel a fine anni 80: Finale di partita di Samuel Beckett, vale a dire un perfetto epilogo-epitaffio per una esistenza così ricca e tormentata.

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