Dopo mesi di discussioni, è stata trovata la formula per la gara che assegnerà le frequenze liberate dal passaggio delle reti tv al digitale terrestre. Lo spazio nell’etere verrà venduto attraverso un’asta competitiva ma a basso costo . Entro due settimane, quindi in regola con il termine ultimo del 19 aprile , il governo emanerà un atto che cancellerà il beauty contest precedente. Una volta che l’esecutivo di Monti avrà deciso il da farsi, la palla passerà ad Agcom, che metterà a punto nei dettagli il nuovo meccanismo di assegnazione delle frequenze, sciogliendo anche il nodo cruciale, quello legato al prezzo. Le frequenze in gioco sono sei : tre pronte subito (quelle dei canali 54, 55 e 58, tolti a Telecom Italia, Rai e Mediaset), tre più difficili da sfruttare (il canale 6 della banda Vhf – oggi usato solo da Rai e Europa 7 -, e i canali 23 e 28). Il Ministero dello Sviluppo vorrebbe proporre una gara a doppia corsia, con il primo blocco di frequenze concesse con contratto ventennale a una compagnia di telecomunicazioni, oppure con i termini previsti dall’Ue se ad acquisirle fosse una tv. Le altre tre sarebbero invece assegnate in automatico per vent’anni. Resta da vedere quanto le società televisive siano disposte a esporsi per allargare il proprio pacchetto di frequenze: Mediaset, che esce sconfitta dalla decisione del governo di rifare tutto da capo con un’asta aperta, potrebbe non fare grandi sforzi anche in seguito al bilancio negativo del 2011, mentre Telecom Italia Media potrebbe stupire tutti, avanzando un’offerta decisa. Imperscrutabile, per ora, la Rai. A viale Mazzini hanno altri problemi da risolvere.
Beauty contest in versione low cost

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