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Befera in tv tra bretelle e cartelle

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di Giorgio Bellocci ” …Da allora ha sollecitato in ogni modo i suoi 35 mila dipendenti che non lo amano, ma almeno lo stimano… ha sfruttato al meglio Linea amica, il call center della pubblica amministrazione, e costituito un ufficio stampa di gran livello. E sa trattare con i giornalisti… “. Il segreto della forza mediatica che caratterizza Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, risiede tutto in queste righe apologetiche dell’articolo a lui dedicato lo scorso 18 gennaio da Panorama . ” Ufficio stampa di gran livello… “: questa è la risposta a coloro che in questo periodo  si sono chiesti se era normale che un funzionario dello stato apparisse in televisione e sulla carta stampata così di frequente, con vari diktat, teorie su evasione fiscale e onestà, ecc.   Una cosa anomala anche a fronte degli odiosi attentati che con modalità e pesi diversi si stanno susseguendo contro Equitalia, società incaricata della riscossione dei tributi a sua volta diretta da Befera. Per la cronaca: il nostro è stato immortalato sulla copertina di Panorama come un attore hollywoodiano, o un J Hoover “de noantri”, con tanto di bretelle trendy! Se all’indomani del più cruento attacco portato il 9 dicembre scorso da un gruppo di sedicenti anarchici (quello con il ferimento alle mani e agli occhi di un funzionario) il Corriere della sera aveva deciso di omaggiare Befera con una intervista in stile “tappetino” di un big come Massimo Mucchetti, ha fatto scalpore in ambito televisivo la sua presenza alla puntata di Matrix dell’11 gennaio.   Ebbene, anche in quella occasione, incassata l’unanime condanna degli atti di violenza, il Befera ha svicolato completamente di fronte a quella che può essere riassunta come l’altra faccia della medaglia della complessa situazione (esattamente come aveva fatto con il Corriere della sera ): va bene la condanna degli attentati, vanno bene i blitz a Cortina, ma forse ci si dovrebbe interrogare sul perché Equitalia viene così odiata. E il tema dell’atteggiamento arrogante dell’ente, che ha messo in ginocchio tante aziende con l’odioso “giochino” degli interessi di mora, è stato sollevato da un fronte civile trasversale che va da Beppe Grillo a giornalisti liberal come Oscar Giannino e Piero Ostellino. Pensaci Attilio.

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