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Bernabè: i content provider devono ricompensare gli operatori mobili

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In un’intervista al quotidiano inglese The Financial Times , Franco Bernabè ha ribadito che, prima o poi, i content provider dovranno ricompensare gli operatori mobili . Facebook, Google e siti affini dovranno dividere le proprie entrate con chi fornisce le connessioni, o garantire agli operatori un guadagno minimo per poter veicolare i contenuti. Bernabè, intervistato in quanto presidente della Gsm Association, ha invitato gli operatori a porre la spinosa problematica al centro della riunione che la Commissione europea per le telecomunicazioni terrà a marzo. I servizi che richiedono ingenti quantità di banda passante dovranno essere tassati, così che gli operatori mobili possano rientrare dei costi per l’ampliamento delle reti. L’intenzione manifestata da Bernabè si scontra però con il concetto di neutralità della rete , che l’Unione europea ha spesso messo al centro dello sviluppo di internet nel Vecchio Continente. Concetto messo però in discussione dagli stessi operatori, che vorrebbero intervenire direttamente sulla distribuzione dei servizi web, per monetizzare al meglio il traffico. ” La net neutrality va ridiscussa – ha detto tempo fa Stefano Parisi, presidente Asstel – Se intendiamo che il gestore della rete non deve discriminare tra contenuti, al netto della normale gestione per garantire il funzionamento, siamo d’accordo. Mi sembra invece improponibile che gli operatori, che investono per aumentare la qualità delle proprie reti, non possano garantire velocità maggiori e certificate ai content provider che, a parità di condizioni, sono disposti a pagare di più per offrire al proprio cliente un servizio migliore”. Dello stesso parere anche gli operatori europei, che devono però fare i conti con i rispettivi organi di controllo nazionali, prima ancora che con la Commissione europea. A fine gennaio, Agcom ha annunciato approfondimenti sulla neutralità tecnologica della rete fissa italiana. Ad annunciare l’indagine è stato il commissario Nicola D’Angelo: “Il problema della network neutrality evidenzia un profilo tecnico – ha detto D’Angelo – l a cui soluzione è connessa all’individuazione del giusto equilibrio tra la parte di banda da dedicare a servizi che necessitano di una gestione, dalla parte di banda che deve continuare e garantire l’accesso a internet sulla base del principio della migliore disponibilità”.

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