di Giorgio Bellocci Pure con tutta l’ammirazione che provo per Daria Bignardi, confesso di aver trovato conforto nel vedere sui social network le reazioni di disapprovazione alla scelta di invitare Luna Berlusconi a Le invasioni barbariche (La7, mercoledì ore 21.20). Non una decisione brillantissima. Per la figlia primogenita di Paolo “The Brother” Berlusconi il ragionamento di Daria deve essere stato più o meno questo: non invito lo zio perché sta invadendo le televisioni, dunque faccio una cosa originale invitando una sua stretta parente (fino a quel momento lontana dalle luci della ribalta). Va bene i momenti leggeri con le domande sul “bunga bunga”, va bene anche dare all’interlocutrice l’opportunità di dipingersi, con qualche forzatura, come una ragazza con i piedi per terra, cui la parentela non ha portato nessun aiuto (!). Molto bene anche sentire il racconto sull’impegno di Luna per una associazione che combatte una malattia della pelle di cui soffre anche lei. Ma poi le domande scomode dovevano arrivare. Tipo: ok, il “bunga bunga” vi ha fatto ridere in famiglia, e suo zio si diverte come vuole, ma non trova che sia imbarazzante per un politico di livello farsi ricattare da prostitute? Oppure: lei è nel Cda de Il Giornale che un giorno si e l’altro pure si distingue per titoli che rappresentano imbarazzo per la stampa italiana (tipo “Merkel culona”), che pensa di questa linea? E così via, senza infierire sui guai giudiziari del babbo… Per la cronaca: il popolo dei social ha mostrato irritazione in particolare per il racconto del primo lavoro fatto da Luna: “facevo le fotocopie in America. Ero diventata bravissima. Tre ore al giorno di fotocopie. Te le chiedono fronte-retro, grandi, piccole. Mica facile eh!”… Ma forse in questo caso non è passata una auspicabile ironia (che invece, secondo me, era nelle intenzioni della nipote di Super Silvio). Brava la Bignardi a riscattarsi una settimana dopo con l’ottimo confronto con Mario Monti: la scena dell’adozione del cagnolino da parte del quasi ex premier è già un cult della rete.
Bignardi vola male sulla Luna, ma si riscatta con Monti

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