C’eravamo tanto amati. Riprende quota la polemica tra Massimo Boldi e l’ex compagno da grande schermo Christian De Sica. Il comico milanese ha contestato l’ assegnazione del David di Donatello alla carriera del collega, per i celeberrimi film di Natale. A Boldi, per vent’anni parte integrante e fondamentale dei successi da cinepanettone, l’ostracismo della giuria non è andato giù: “ nni di film fabbricati insieme, tutti finiti nelle fauci di Christian…Ci sono rimasto male davvero. Nel 2000 ci hanno dato un David di coppia ‘per aver portato al cinema 50 milioni di spettatori’. Ma ora premiano solo lui, come se io non fossi mai esistito. Mi ignorano. Peggio che fossi morto ” Questione di ego e status: da una parte l’ex cabarettista lombardo, ferito nell’orgoglio ma al momento figura laterale del cinema italiano; dall’altra il frequentatore dei salotti dello spettacolo nostrano, protagonista di musical di successo e con qualche esperienza di regia alle spalle, oltre alle performance d’attore. Boldi, che sta pensando a una causa contro la giuria dei David di Donatello, prova a spiegare così la ‘dimenticanza’: “Intanto perché sono milanese. Un corpo estraneo in un ambiente romanocentrico. Poi c’è la rottura con Christian e con Aurelio De Laurentiis, produttore potentissimo. Loro se la sono presa moltissimo ” Screzi tra vecchi amici e piccoli giochi di potere, che mostrano le crepe dello sfibrato cinema italiano, diviso in orti e cortili, spesso autoreferenziali ed esclusivi. Una polemica sterile, che però offre uno spaccato di ‘vita da cinema nostrano’ e per questo fa addirittura meno ridere dei cinepanettoni.
Boldi contro i David (e De Sica)

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