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Calabrò (AgCom): “Sviluppo solo con banda larga e separazione rete Telecom”

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“Per sviluppare le infrastrutture di telecomunicazioni in Italia, e portarle a livello degli altri Paesi più sviluppati, non c’è alternativa alla realizzazione di una nuova rete di comunicazioni in fibra ottica. Altre tecnologie, come il Wi-Max, tecnologia di compressione Adsl e wi-fi, possono integrare la fibra ma non sostituirla”. Parola del presidente dell’Autorità delle Comunicazioni, Corrado Calabrò.  Calabrò ha inoltre ricordato che l’Autorità ha in atto un procedimento per arrivare “a una separazione funzionale dell’infrastruttura di rete di Telecom Italia” ma che questo procedimento deve avere come obiettivo “anche la realizzazione dell’infrastruttura in fibra ottica. E’ un’occasione che l’operatore principale italiano non può perdere, e nel quale devono essere coinvolti anche gli altri operatori”. Il confronto con Telecom prosegue anche grazie ai poteri affidati dall’emendamento Gentiloni e la consultazione pubblica si chiuderà il prossimo 4 luglio. Ma l’urgenza rimane per la New generation network. Il presidente dell’Authority ha sollecitato un intervento del Governo su due fronti per favorire la realizzazione di questa nuova infrastruttura: “Il ministro Gentiloni e altri esponenti del Governo hanno ipotizzato interventi pubblici, che secondo me dovrebbero andare oltre la sola soluzione del digital divide nelle aeree più decentrate. Credo che un sostegno pubblico per un’operazione di sviluppo come questa sarebbe giustificato anche a livello comunitario” “La consultazione pubblica in atto in questo momento si concluderà il 4 luglio. Il nostro obiettivo resta la separazione funzionale anche perché interventi diversi imposti a Telecom andrebbero contro l’articolo 41 della Costituzione sulla libertà di iniziativa imprenditoriale. Grazie all’emendamento Gentiloni abbiamo i poteri sufficienti per un confronto equilibrato con l’operatore principale italiano” prosegue Calabrò Calabrò, piuttosto, si è lamentato di alcuni emendamenti presentati alla Camera sul Ddl liberalizzazioni, all’interno del quale c’è la normativa del ministro Gentiloni sui poteri dell’Autorità: “Sono stati presentati emendamenti che fisserebbero un tetto massimo al costo di interconnessione con la nuova rete in fibra ottica. Questa è materia del nostro confronto con Telecom e un intervento normativo ci priverebbe di una competenza e di una libertà di trattativa che è regolamentare” Per il presidente dell’Authority è chiaro che per realizzare la nuova rete in fibra ottica “sarà necessario remunerare a sufficienza il capitale di chi investe nell’infrastruttura” e anche arrivare a una “regolamentazione meno pressante” sul mercato retail di Telecom Italia: “Si tratta di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze, quella regolamentare e di apertura del mercato e quella di garantire un ritorno ad esborsi che secondo i nostri calcoli saranno tra gli 8 e i 15 miliardi di euro per realizzare l’infrastruttura” Per Calabrò è necessario far presto riguardo alla New generation network perché non si può aspettare lo sviluppo della domanda per iniziare a realizzare l’infrastruttura “dubito molto sulla simultaneità tra la crescita della domanda e la capacità di realizzare la rete, col rischio di trovarci con un collo di bottiglia che frenerebbe lo sviluppo del Paese”

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