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Camila Raznovich sul Tatami di Raitre

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Staffetta fra due dei volti femminili televisivi più promettenti del momento: Ambra Angiolini debutta e convince su Mtv con “Stasera niente Mtv”, mentre Camila Raznovich , che proprio sul canale musicale ha mosso i suoi primi e convincenti passi, prende in mano il palco di Raitre per la seconda volta con “Tatami” , la prima esperienza risale a “Amore Criminale”. Il programma, ideato da Stefano Coletta, Serena Bortone e Emanuela Imparato, andrà in onda dal 30 aprile alle 23.40 , per un totale di sei appuntamenti durante i quali si affronteranno temi di attualità visti da due punti di vista opposti. “Il mio salto sulla tv generalista è naturale sia anagraficamente che artisticamente”, ha affermato la Raznovich che, dopo tredici anni a Mtv, ha deciso di abbandonare definitivamente la rete che l’ha fatta crescere: “Voglio andare avanti e ora sono più che mai pronta a farlo” . In uno studio strutturato come un grande tatami dalla scenografa Trixie Zitkowwsky, il programma si suddivide in tre segmenti. Il primo segmento, recuperando l’idea del duello, presenta il confronto tra due punti di vista diversi . Argomento della prima puntata: l’omogenitorialità e il diritto degli omosessuali. A discuterne Luca Barbareschi, attore produttore e noedeputato del Pdl e Imma Battaglia, presidente dell’onlus Di’ Gay Project. Il secondo momento propone un’intervista in coppia sui grandi temi della vita. Protagonisti: un volto noto accompagnato da una persona a lui cara, per questa settimana, Giovanna Mezzogiorno e l’amico Rocco Papaleo. La terza e ultima parte del programma è dedicata invece alle storie di uomini e donne comuni e delle loro scelte di vita . Il primo ospite sarà Horacio, un ragazzo argentino che, dopo aver scoperto di essere figlio di un desaparecidos, sta ripercorrendo le sue origini alla ricerca dei suoi veri familiari. “Questo incontro l’ho voluto fortemente – ha raccontato la Raznovich – perché vengo da una famiglia (padre russo-ebreo, madre italiana) che vivendo per anni in Argentina ha sentito culturalmente il dramma dei desaparecidos”.

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