Non sarà più del 10% l’Iva per l’abbonamento a Sky, ma del 20%. Un rincaro che potrebbe ricadere interamente sugli abbonati. L’aumento è stato deciso dal governo con due righe nel decreto anticrisi. Immediate le proteste della società di Murdoch che ha mandato il suo vicepresidente Andrea Scrosati in ricognizione a Palazzo Chigi. L’altra ipotesi, se non pagheranno gli abbonati, è che Sky si faccia carico dell’aumento diminuendo il costo al netto dell’Iva, assorbendo la differenza. La terza ipotesi è che la sede di Sky Italia finisca all’estero dove ci sono regimi fiscali più convenienti, visto che il satellite da cui irradia sta in orbita e quindi in cieli internazionali. Ma ne nascerebbe una discussione su dove viene pagato l’abbonamento con esisti difficilmente favorevoli al gruppo di Murdoch. L’ipotesi più probabile, se il decreto verrà applicato come previsto dall’ 1 gennaio 2009, è un incremento del costo dell’abbonamento che copre solo in parte la maggiore Iva, e il resto assorbito da Sky che in un momento difficile dell’economia delle famiglie rischia abbandoni da una fetta degli oltre 4 milioni e mezzo di abbonati che ha in portafoglio. Il provvedimento di innalzamento dell’ Iva riguarderebbe anche il digitale terrestre di Mediaset. Il condizionale è d’obbligo perché in realtà oggi l’azienda del premier fa pagare l’Iva al 10% pur non essendo chiaro se potrebbe farlo. L’agevolazione d’imposta riguarda infatti solo le emittenti via satellite e cavo, quindi sul piano formale non quelle del digitale terrestre. Così come solo satellite e cavo sono coinvolte nell’adeguamento dell’aliquota. Mediaset ha protestato (con il suo proprietario) perché si trova con maggiori oneri da caricare sugli abbonati proprio in un momento cruciale della raccolta. Immaginiamo che non accadrà (ma ne si sono viste di peggio) che in virtù dell’ambiguità della posizione di Mediaset con il digitale terrestre rispetto alla norma, la si consideri compresa nell’agevolazione d’imposta che sta applicando ed esclusa da quella che la rialinnea al 20%. In ogni caso, c’è da spettarsi che quando gli abbonati Sky si troveranno un canone aumentato e dovranno decidere che fare, Mediaset beneficerà del fatto che il suo abbonamento ha un costo minore, potendo ragionevolmente sottrarre a Sky gli abbonati che vogliono risparmiare qualcosa e comunque accedere alla pay Tv. Per fortuna di Mediaset e sfortuna di Sky il decreto del governo avviene proprio nel momento in cui, nonostante la crisi, il parco dei televisori dotati di ricevitore digitale ha raggiunto il punto critico per potersi definire un mercato appetibile per gli operatori. Quindi per gli abbonati transfughi, famiglie capaci di pagare la pay Tv e quindi più facilmente dotat di un televisore moderno, il passaggio da Sky a Mediaset sarebe particolramente semplice. Alcuni maligni, come il quotidiano la Repubblica, ricordano inoltre che il decreto che colpisce prevalentemente Sky esce pochi giorni dopo un incidente diplomatico tra la presidenza del Consiglio e Sky TG24 . Il 26 novembre il telegiornale diffuse un sondaggio secondo il quale il 53% degli italiani considerava inadeguate le scelte del governo per fronteggiare la crisi. Palazzo Chigi rispose con una nota ufficiale protestando perché era stato fatto un sondaggio su provvedimenti non ancora presentati nella loro completezza.
Canali Tv satellite e cavo l’Iva passa dal 10% al 20%

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