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Cannes: Palma d’Oro al Nastro Bianco, deluso Bellocchio

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Tutto come da pronostico dell’ultima ora, o quasi, per il Festival di Cannes, conclusosi ieri nel tardo pomeriggio con la Palma d’Oro per il miglior film assegnata all’austriaco Micheal Haneke, autore de Il Nastro Bianco, storia dallo stile scarno che indaga sulle radici del ‘male assoluto’ nella Germania rurale di inizio Novecento. La giuria, presieduta da Isabelle Huppert, ha dunque preferito il minimalismo tragico mitteleuropeo alle altre opere candidate alla vittoria finale: Un Profeta, di Jacques Audiard, si è aggiudicato il Gran Prix, mentre Alain Resnais (figura importante della storia del cinema francese e non solo, a partire dal sempre potente Hiroshima Mon Amour del 1959) ha ricevuto il premio speciale per il suo Les Herbes Folles. Una piccola sorpresa si è avuta nella scelta del miglior regista della manifestazione: il filippino Brillante Mendoza ha sbaragliato la concorrenza con Kinatay , beffando cognomi importanti e opere ben più pubblicizzate della sua. Miglior attore protagonista è stato invece Christoph Waltz, per Inglorious Basterds di Quentin Tarantino (che ha vinto anche la concorrenza interna di Brad Pitt), uno dei film comunque più popolari del festival. Miglior attrice protagonista è stata Charlotte Gainsbourg, per la performance nel contraddittorio Antichrist di Lars Von Trier. Ex aequo per il premio della giuria, a Fish Tank di Andrea Arnold e Thirst di Park Chan-Wook. A bocca asciutta molti dei grossi nomi sbarcati nei giorni scorsi sulla Croisette : niente riconoscimenti particolari per Pedro Almodovar, Ken Loach e Jane Campion, molto applauditi alle rispettive proiezioni ma poco considerati in fase di giudizio. Facile comunque immaginare, per i loro rispettivi film, buoni risultati e riscontro di pubblico al botteghino. Alla categoria dei delusi si iscrive anche Marco Bellocchio che, fino all’ultimo, sperava in un premio per il suo Vincere, unica opera italiana in concorso. “ Mi dispiace che il film non abbia avuto nessun riconoscimento anche perché la reazione del pubblico e della stampa a livello nazionale e soprattutto internazionale è stata estremamente lusinghiera ed entusiastica” ha detto il regista. Ma, in fondo, non si vive di solo festival, Cannes premia ma non fa il cinema. Sicuramente lo promuove e, più di altri, contribuisce ad aprire una lunga finestra sul mondo della celluloide, dieci giorni l’anno. Il resto, il lavoro più importante, lo fanno le storie, i film, il pubblico. Tutti gli aggiornamenti sul Festival di Cannes: Cannes agli sgoccioli, tra Chanel e pronostici Haneke conquista la critica di Cannes La Croisette tra Almodovar e Tarantino   Cannes, accoglienza tiepida per Bellocchio Week end a Cannes: l’Anticristo tra i sogghigni, Johnnie To e Cantona tra gli applausi Poesia e vampiri per il Festival di Cannes A Cannes è tempo Tetro, il ritorno di Francis Ford Coppola Up, l’animazione apre il Festival di Cannes Il cinema sulla Croisette, tra grandi nomi e recessione  

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