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Cantine subacquee: dalla Liguria alla Sardegna il nuovo trend del vino

Sono sempre più numerose le ‘cantine subacquee’, cantine installate sui fondali marini per l’affinamento di vini e spumanti. 

Tantissimi i resort di lusso su isole esotiche che prenotano le bottiglie in emersione o che inseriscono la degustazione del vino “subacqueo” tra le esperienze da non perdere. Tra queste l’Emerald Maldives Resort&Spa, sull’atollo di Raa, dove 378 bottiglie di Sangiovese proveniente dalle colline toscane sono già immerse in fondo all’oceano al largo dell’isola privata in cui sorge la struttura. 

La cantina subacquea è posizionata in modo da non ostacolare il naturale sviluppo della barriera corallina. Posizionate a 30 metri di profondità dal livello del mare per sei mesi, senza stress da raggi solari, cambio di pressione e cullate dal movimento delle correnti sembrerebbe che il vino acquisisca tannini più setosi e raffinati al naso e al palato, note floreali accentuate, maggior senso di freschezza e di sentori di frutti rossi come fragola e lampone.

E’ recente invece la cantina immersa a 35 metri di profondità al largo di Cala di Forno, nei pressi di Talamone, in Toscana. La cantina accoglie 9.000 bottiglie di vino rosso Terre di Talamo, con uve shyrah, cabernet sauvignon e franc e merlot. Conservate a una temperatura di 16 gradi e sotto una pressione di 4,5 tonnellate, le bottiglie sono conservate in gabbie di ferro e hanno tappi in vetro per evitare infiltrazioni. Appena pronte verranno pescate da sub specializzati, coperte e asciugate in cantina. 

Anche Andrea Montone, sommozzatore di professione, ha ottenuto lo scorso anno i permessi per realizzare la sua cantina subacquea di 400 metri quadrati al largo della stessa spiaggia toscana per far fermentare spumanti e prosecco. Per l’esperto il movimento del mare che culla le bottiglie esalta il profumo dei vini, elimina gli effetti dei solfiti e cala l’acidità. 

E’ una cantina sommersa speciale quella creata all’interno di un relitto, una piattaforma di petrolio affondata nel 1965 al largo di Ravenna. Il vino, della Tenuta del Paguro, Brisighella, è affinato in gabbie d’acciaio ed è a base di uve rosse, come Merlot, Sangiovese e Cabernet, oltre ad una aggiunta di albana, una bacca bianca. 

Anche il vino sardo di Santa Maria La Palma, l’Akènta Sub, è subacqueo. Si tratta di un vermentino affinato a 40 metri di profondità. In Liguria la cantina Bisson lo produce dal 2009. La produzione si attesta sulle 3.000 bottiglie di bianchi e rosè, affinati a 60 metri di profondità. Lo spumante resta 26 mesi negli abissi. 

 

di Serena Campione

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