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Caso Englaro: Lerner sul pezzo ma un po’ “partigiano”

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di Giorgio Bellocci   L’uscita nelle sale cinematografiche di  Bella addormentata di Marco Bellocchio ha offerto a Gad Lerner l’opportunità di dedicare al caso di Eluana Englaro la seconda parte de L’infedele (ripartito su La7 lunedì) . Piccolo passo indietro: cosa passa per la testa di un conduttore e della sua redazione quando è il momento di stilare l’elenco degli ospiti da invitare a un talk? Per ciò che riguarda gli  appuntamenti a carattere socio-politico ( Ballarò, Piazza Pulita, L’infedele e affini…) le certezze vengono dai “professionisti” di quegli spazi (giornalisti, personalità della società e dell’industria italiana, i politici più presenzialisti, ecc.). Poi, certo, conta molto il tema in discussione.   Banalmente possiamo pensare che Lerner e i suoi, avendo in studio Bellocchio e Beppino Englaro (assolutamente in sintonia sul caso di Eluana), abbiano pensato  di avere un ospite che rappresentasse il controcanto. Chi meglio del senatore del Pdl Gaetano Quagliarello? Si, proprio colui che il 9 febbraio 2009, nelle ore decisive per la sorte della ragazza, ebbe l’impudenza di urlare dagli scranni del senato e in diretta televisiva:  “Eluana non è morta, Eluana è stata ammazzata”. Una delle pagine più indecenti del governo Berlusconi e dei suoi pasdaran integralisti, come Eugenia Roccella, laddove solo gli interventi decisi di Fini e Napolitano evitarono che un assurdo decreto legge tenesse Eluana ancora in vita (si fa per dire).    Quagliarello prova a metterci la faccia e accetta l’invito di Lerner, sia pure in collegamento esterno (di per sè già una situazione poco agevole e foriera di incomprensioni). La domanda che il conduttore gli pone, dopo la ricostruzione dei fatti, è molto semplice: “ripeterebbe oggi le cose dette nel 2009?”. A quel punto il senatore inizia un discorso confuso, senza rispondere direttamente alla domanda,  affermando che le sue parole non erano rivolte alla mamma e al papà della ragazza, che in aula il clima era concitato, e troppo difficile da capire dall’esterno. Englaro risponde leggendo una lettera scritta da sua figlia e gela tutti definendo l’anatema lanciato nel 2009 dall’esponente del Pdl “la peste del linguaggio”. Dichiarandosi anche non sorpreso per l’odierno imbarazzo del suo interlocutore.    Per molti la prima esitazione di Quagliarello potrebbe essere sufficiente per una accusa di reticenza (giudizio che già viaggia sul web), ma per amor di verità bisogna dire che il senatore ha provato a chiedere la parola per ribattere a Englaro. Lerner però o non ha sentito o ha fatto finta di non sentire e ha lanciato l’ultimo intermezzo musicale destinato a chiudere la puntata. Rimarrà così sempre il dubbio su un eventuale cambio di parere di Quagliarello…  

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