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Caso Feltri: ex An a Berlusconi “Evitare il cortocircuito”, Di Pietro “E’ lui il mandante”

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Si inasprisce lo scontro politico sul ‘caso Feltri’. Dopo la denuncia di Gianfranco Fini contro il giornalista e la sua testata, arriva l a lettera dei parlamentari ex An, oggi parte del Pdl, indirizzata a Silvio Belrusconi. Nella missiva, la vicenda degli attacchi de Il Giornale a Fini viene definita “ pericolosa e incomprensibile” , mentre viene richiesto un chiarimento per evitare “un corto circuito interno al nuovo partito” Secondo alcuni, il vero istigatore dell’attacco al presidente della Camera sarebbe proprio Berlusconi. Antonio Di Pietro sposa questa tesi e accusa: “ E’ evidente che è in atto un tentativo di ricatto (verso Fini, ndr), ma Feltri è solo l’utilizzatore finale, il mandante è Berlusconi – ha detto l’ex magistrato, che poi specifica – Ci sono delle certezze processuali sul fatto che il presidente del Consiglio sia il mandante. Certezze che dimostrano che ha dato ordini e disposizioni per liquidare attraverso dossier e veline i suoi rivali”   ——————————————————————————    Giulia Bongiorno, avvocato di Gianfranco Fini, ha concretizzato quanto ipotizzato nelle ultime ore: ” Dando seguito al mandato ricevuto dal presidente della Camera Gianfranco Fini è stata presentata querela contro il direttore de ‘Il Giornale’ Vittorio Feltri in relazione all’articolo ‘Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl’ ”. La querela, secondo quanto si apprende è estesa alla testata stessa e al suo editore, Paolo Berlusconi. “I l fascicolo a luci rosse di cui ho scritto sul mio giornale riguarda una vicenda nota, un procedimento giudiziario chiuso nel 2000 con sentenza dal Tribunale di Roma. N on si può parlare di un avvertimento mafioso, trattandosi di fatti noti ” . ” Qui non stiamo parlando di un dossier dei servizi segreti – aggiunge – ma di una vicenda di cui si è occupato anche Marco Travaglio in un suo libro. Tutti possono parlare della D’Addario e io non posso tirare fuori una storia nota. Ma stiamo scherzando? “, ha replicato Feltri.   ——————————————————————————  Uno scenario in cui il presidente della Camera si trova contrapposto in sede legale al quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio. E’ quanto sta prendendo corpo dopo l’ attacco di Vittorio Feltri, in direzione di Gianfranco Fini, pubblicato ieri sulle pagine de Il Giornale.   L’avvocato del presidente della Camera, Giulia Bongiorno , ha chiarito che ” inserire in un articolo che si riferisce a vicende politiche e al presidente Gianfranco Fini una allusione generica a ‘un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse’ che riguarderebbero personaggi di Alleanza Nazionale è un fatto gravissimo che lede la reputazione del Presidente della Camera dei Deputati. Valuteremo quali iniziative assumere in sede giudiziaria “. Immediata la replica di Feltri: “L’importante non è fare una querela ma vincerla. E in questo caso sarà dura. Molto dura”. All’interno del Pdl si è formata una spaccatura. Il portavoce del partito Daniele Capezzone si è detto stupito del ” doppiopesismo di chi oggi critica Feltri e il Giornale, ma per mesi non ha espresso solidarietà a Silvio Berlusconi per gli attacchi del Gruppo Repubblica-Espresso” e ha scatenato la reazione del ministro della difesa Ignazio La Russa , che ha affermato ” se, come dice Capezzone, bisogna supportare tutti l’azione governativa e politica di Berlusconi, credo che la sua dichiarazione sull’articolo di fondo di Feltri di oggi vada in direzione opposta e sia profondamente sbagliata” . Per La Russa, ” ipotizzare he possa essere condiviso, specie nella parte finale, l’articolo di Feltri, letto da tutti come un attacco minaccioso a Fini significa mettersi nella lista di chi cede all’imbarbarimento della politica e che, oggettivamente, allontana quella serenità all’interno del Pdl ancora oggi facilmente raggiungibile sol che lo si voglia. Mi aspetto che Capezzone rettifichi e chiarisca il suo pensiero “. Come da copione, è arrivata la rettifica di Capezzone ” ovviamente nessuno auspica, e meno che mai il sottoscritto, che si diffonda o si estenda un clima di sospetti. Su questo sono ovviamente d`accordo con Ignazio La Russa” . ” Forse devo rileggere bene, ma per come l’ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perchè stia zitto non è giornalismo, nè giornalismo di inchiesta “, ha commentato senza mezzi termini il deputato Pdl B enedetto Della Vedova. Allineato dalla parte di Fini anche Gianpiero D’Alia (Udc), “i l direttore del Giornale Feltri spieghi a cosa fa riferimento quando parla: se ha elementi concreti, li tiri fuori, altrimenti si scusi”. Moderato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ” Ho già detto e ripeto che Fini ha tutto il diritto di porre problemi e temi di dibattito al Pdl e che non può essere criminalizzato e messo in difficoltà per queste sue iniziative “.  Il dibattito arriva e si infiamma a pochi giorni dalla manifestazione indetta dalla Fnsi per la libertà di informazione, che avrà luogo sabato 19 settembre a Roma.   

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