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Cattolica, Politecnico e Enersem sono Key Innovator secondo Ue

SSDA Key Innovator

SSDA Key Innovator

Il riconoscimento è arrivato grazie a un software che gli atenei e la start-up hanno messo a punto con un progetto europeo condotto nei cinque anni passati e che adesso comincia a entrare in uso.

La Commissione Europea ha indicato come Key Innovator Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano e il suo spin off Enersem per aver messo a punto SSDA, un software in grado di calcolare l’impronta ambientale delle produzioni DOP e, soprattutto, di consigliare che cosa fare per migliorare la situazione. Lo strumento a supporto delle decisioni ambientali (SSDA è l’acronimo proprio di questa dichiarazione di intenti) è nato nel corso del progetto LIFE TTGG, che ha visto impegnate le due università e la startup insieme a Grana Padano, OriGIn, Fondazione Qualivita, nonché aziende produttrici ed enti italiani e francesi dal 2017 al 2022. Un progetto già di per sé all’avanguardia, perché per la prima volta ha considerato l’impronta ambientale di una DOP (nello specifico, la più venduta al mondo) e non di singoli produttori sparsi.

Il software sviluppato è in grado di valutare l’impronta ambientale dei produttori di uno stesso alimento di origine protetta, che seguono tutti lo stesso disciplinare e che hanno una filiera molto ben definita: nel caso del formaggio, ad esempio, dalla produzione del latte in stalla alla trasformazione in caseificio, fino al suo confezionamento. Il punto di svolta è stato la creazione di uno scenario produttivo di riferimento, con un range di valori comparabili: studiando i singoli processi, è possibile individuare i momenti più inquinanti o più energivori di una certa produzione e individuare soluzioni pratiche per attenuarli. E sono proprio tali soluzioni, studiate sul campo dagli esperti, che il software suggerisce a tutti coloro che si trovano in una medesima situazione.

I vari step del software SSDA nato dal LIFE TTGG

L’introduzione dell’applicazione nelle filiere promette di avere un significativo riscontro ambientale ed economico. Nel caso del Grana, ad esempio, prendendo in considerazione solo l’aspetto energetico, l’applicazione delle misure di efficientamento individuate da Enersem nei caseifici porterebbero a un risparmio di almeno 5 euro a forma, con un evidente impatto positivo sull’ambiente e sui conti dei caseifici. E su una produzione di oltre cinque milioni di forme l’anno il conto economico ed ecologico è presto fatto, perché meno spesa per l’energia significa meno impatto ambientale.

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