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CHARLIZE MALTRATTATA DA CANALE 5

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Uno degli aspetti più stimolanti per chi lavora nelle televisioni è sicuramente quello relativo alla controprogrammazione, compito che generalmente spetta ai responsabili delle reti. Dopo i fasti degli anni 90, quando in particolare i direttori dell’allora Fininvest erano “personaggi” in grado di occupare quasi quotidianamente pagine di giornali e periodici, oggi la figura sembra un po’ più defilata. Saltuariamente Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno, è tirato dentro a qualche polemica, ma vogliamo mettere con le esternazioni “alte” di Carlo Freccero ai bei tempi di Italia Uno? O con i deliri di onnipotenza di Michele Franceschelli, colui che più di tutti contribuì a dare un’identità a Retequattro (molto “rosa”) salvo poi distruggere tutto con scelte a dir poco azzardate. Giorgio Gori all’epoca della guida di Canale 5 godeva già di buona stampa, patrimonio che intelligentemente si è portato dietro per l’odierna prolifica attività di produttore. Oggi invece a Mediaset è finito il tempo del protagonismo, e su indicazione di Piersilvio Berlusconi le strategie di palinsesto vedono i responsabili del marketing e della raccolta pubblicitaria in prima fila. I direttori di rete sembrano navigare un po’ con il pilota automatico innestato, anche se ogni tanto Luca Tiraboschi rivendica il copyright per le scelte di Italia Uno. Forse per Giovanni Modina di Canale 5 una bella occasione per una “sgommata” poteva essere la controprogrammazione a Italia-Ghana che il 12 giugno ha aperto la serie delle partite Rai della nostra nazionale. Il 68% di share toccato dall’evento era assolutamente da mettere in preventivo, ma il 6% raccolto da Monster, un signor film in prima visione con una trasfigurata e bravissima Charlize Theron (premio Oscar per l’interpretazione), rappresenta comunque una severa sconfitta. In questo modo Monster è stato letteralmente buttato via. Quale era il target di utenti che Canale 5 doveva catturare a fronte dell’uragano-mondiali? Quello delle donne e frammenti del profilo “uomo anziano”. Monster, ispirato alla vera e drammatica storia di una serial killer, non avrebbe mai potuto intercettare quel pubblico. Canale 5 doveva puntare su una tra le tante commedie leggere presenti nel suo magazzino per raggiungere almeno un più che dignitoso 9-10% di share.

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