Il settore dell’editoria e dei media cinese apre, almeno in parte, al libero mercato: il governo di Pechino intende riformare l’intera area, per trasformare le aziende in autentiche entità commerciali, rette dalle leggi del mercato. Faranno eccezione i media “ d’interesse pubblico ”, come riferisce il quotidiano China Daily. “ Giornali e riviste considerate di interesse pubblico sono incoraggiati a ristrutturare le loro operazioni, ma non saranno sottoposti alla piena forza del mercato – dice il Daily, citando l’Amministrazione generale della stampa e delle pubblicazioni (Gapp) – Gli altri, per lo più collegati a organismi ufficiali a vari livelli, saranno incoraggiati a svilupparsi attraverso le risorse del mercato, con un periodo di transizione di uno o due anni: per la prima volta sarà riconosciuto lo statuto di editore privato ” La riforma dovrebbe favorire la nascita di colossi editoriali e dei media, “ sei o sette gruppi con redditi annuali superiori ai 10 miliardi di yen ” (1,1 miliardi di euro), costruite appositamente per “ essere concorrenziali su scala globale nel giro di un quinquennio ”, come ha affermato il direttore del Gapp, Fan Weiping.
Cina: editoria e media si aprono al libero mercato

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