Vent’anni fa, il 4 giugno 1989, Piazza Tienanmen ribolliva di studenti, lavoratori e di forze di polizia. Vinsero queste ultime. La rivolta venne sedata nel sangue, lasciando solo pochi simboli, emblemi di una resistenza ora sopita. Dalle 17 di ieri, a due giorni dall’anniversario della grande protesta, la Cina ha bloccato l’accesso a Twitter, il servizio di microblogging internazionale. Il social network, come i suoi parenti Facebook & co. è tenuto sotto stretta sorveglianza dal governo di Pechino, che ne teme le potenzialità informative. Nelle stesse ore, il 2 giugno, è stato impedito ad altri utenti di usufruire dei servizi di Windows Live di Microsoft, tra i quali c’è anche Hotmail. La protesta ribolle ancora, e sui blog cinesi, anch’essi scandagliati dai servizi di sorveglianza e spesso censurati, gli internauti sono furiosi: “ utto ciò è frustrante. Ora sento la Cina come l’Iran” . A vent’anni dai carri armati schierati in piazza contro la folla, le strategie di controllo e repressione si sono fatte meno invasive e spettacolari. L’efficacia pare sia la stessa.
Cina ferma Twitter e il ricordo di Tienanmen

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