Site icon Telepress

Cinema e audiovisivo in Italia, mondo ancora troppo maschile

“La questione di genere tra immaginario e realtà” è il titolo del primo rapporto annuale sulla parità di genere a cura dell’Osservatorio interno al MiC che ha indagato il gender gap nel mondo del cinema e dell’audiovisivo nel nostro Paese. Poche e mal pagate le donne alle quali bisogna il giusto riconoscimento nel mondo della cultura

La prima relazione sul gender gap nei diversi ambiti culturali e il focus sul cinema e l’audiovisivo è il frutto del lavoro congiunto della Direzione generale cinema con l’Istat, a un anno dall’istituzione dell’Osservatorio voluto dall’allora Ministro Dario Franceschini e istituito il 24 novembre 2021 in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

I dati

Secondo quanto emerge dallo studio, è di uno a dieci il rapporto tra le donne e gli uomini nella regia dei lungometraggi, sono circa il 25% le donne nella sceneggiatura, nel montaggio e nella produzione e sono tra il 10 e il 16% le donne che sul set si occupano di fotografia, musica ed effetti speciali. Le donne sono in maggioranza soltanto nel trucco (73%), nella scenografia (58%) e nei costumi (82%). Non va meglio in tv. Una forte sottorappresentazione delle donne risulta anche in tutte le tipologie di programmi televisivi: la presenza femminile raggiunge il 40% solo nei programmi di intrattenimento e fiction di produzione Rai mentre, per esempio, si ferma ad appena il 15,8% nei programmi sportivi. Significativa anche l’assegnazione dei ruoli nei film e nelle fiction: sono 4 su 10 i ruoli cosiddetti centrali o rilevanti attribuiti alle donne, ma la differenza diventa maggiore per i ruoli di personaggi over 65 quando alle donne viene assegnata solo il 25% delle parti in scena: un dato che merita attenzione e approfondimento.

Gender pay gap

Le donne sono pagate mediamente meno dei loro colleghi: una regista guadagna circa un terzo in meno di un collega uomo, una sceneggiatrice circa un quarto in meno. Da sottolineare che lo squilibrio nell’ultimo triennio è cresciuto invece che diminuire.

Osservatorio, seconda esperienza europea

Un’esperienza inedita nel nostro Paese che, come racconta la coordinatrice dell’Osservatorio Celeste Costantino, “è stata mutuata dal modello francese, unico altro esempio in Europa”. “Dalla Relazione – ha sottolineato la Costantino – viene fuori una condizione di squilibrio generalizzata nei vari ambiti con alcuni dati incontrovertibili: disparità di potere tra uomini e donne, sottorappresentazione femminile nei prodotti culturali e squilibrio nelle retribuzioni tra uomo e donna”. “La relazione dell’Osservatorio – ha concluso Costantino – rappresenta uno strumento nuovo a supporto di quanto il Ministero della Cultura sta già facendo, da anni, attraverso le proprie attività per sostenere e promuovere il giusto riconoscimento del ruolo delle donne nel mondo della cultura”.

“Il rapporto è uno strumento interessante e offre uno spunto innovativo di analisi sul fenomeno del gender gap nella cultura”, ha commentato il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano che ha aggiunto “bisogna lavorare per mantenere sempre alta l’attenzione su questi temi”.

I componenti dell’Osservatorio

Sono: Celeste Costantino (coordinatrice), Cristina Comencini (regista), Cristiana Capotondi (attrice), Maria Pia Calzone (attrice), Eleonora Abbagnato (ballerina e direttrice artistica), Flavia Barca (esperta settori culturali e creativi), Linda Laura Sabbadini (statistica), Souad Sbai (saggista), Berta Zezza (esperta comunicazione culturale), Stefano Accorsi (attore), Ricardo Levi (dirigente mondo editoria), Antonio Parente (dg Mic), Nicola Borrelli (dg Mic), Onofrio Cutaia (dg Mic), Massimo Osanna (dg Mic).

Per scaricare il rapporto completo: https://www.beniculturali.it/osservatorio-per-la-parita-di-genere

di Luisa D’Elia

Exit mobile version