Site icon Telepress

Cinema in tv. Il dignitoso crepuscolo di un genere

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

AUDITEL – I NUMERI DELLA TV (a cura di Giorgio Bellocci) Il film in tv è oggi un genere “morto”. Ucciso ben oltre il famoso slogan legato alle emozioni e all’invadenza della pubblicità… altri tempi gli anni 90, verrebbe da dire, così “veltroniani” nell’attenzione che l’opera cinematografica meritava perfino nel passaggio tra le fauci di un sistema già in preda allo stress dell’auditel. Oggi il film, la grande “prima visione”, non ha più senso di esistere nella competizione tv. Messo in difficoltà dall’home video e forse dai canali tematici satellitari. Ma soprattutto dal successo dei reality show e delle fiction italiane e d’importazione: tra una puntata di “Dr.House” o della serie “Capri” e la messa in onda dei due Kill Bill di Quentin Tarantino, ottimamente proposta da Retequattro, non vi è paragone, sia in termini di “attesa”, sia di ritorno per gli investitori. Handicap pagato, del resto, anche da altri due generi quali il talk politico e il game show. Ma il funerale del film in tv è una tappa naturale del lungo cammino dell’”immagine filmica”. Anzi, per una cosuccia che è nata alla fine del 1800 il passaggio in tv doveva essere accidentale e per nulla foriero di spunti creativi. Con buona pace di chi, come Enrico Ghezzi, sognava per il film una sorta di contaminazione di nuovi “linguaggi” e altre prelibatezze per semiologi. Eppure ancora oggi in tv passano opere interessanti. Le “silenziose avanguardie” di riferimento sono gli spazi notturni di Raitre e di Retequattro, cui si aggiunge una bella programmazione pomeridiana su La7. Nelle ultime due settimane abbiamo visto in questi spazi Confessioni di una mente pericolosa , il dittico di Kill Bill , Sleepers , Fa’ la cosa giusta , Black Hawk Down , Provaci ancora Sam . Una menzione speciale va a Retequattro per aver trasmesso in prima serata La promessa , un film “ostico” ma diretto con maestria da Sean Penn. L’inaspettata buona notizia, datata 23 novembre, è che oltre due milioni e mezzo di spettatori si sono goduti la magistrale interpretazione di Jack Nicholson. Lo vogliamo considerare un piccolo segnale in una valle di lacrime? Infine: sia pure agonizzante, il cinema in tv ha reso omaggio a Robert Altman. Nella notte del 21 novembre Raitre lo ha ricordato con Nashville , film culto degli anni 70 che, dopo una narrazione complessa ma vitale, si chiude con uno sparo tra la folla. All’insegna della “Morte al lavoro”…       

Exit mobile version