Funzionari del Comitato internazionale olimpico (Cio) si sono accordati con la Cina per consentire il blocco di siti web sensibili durante le Olimpiadi di Pechino. E’ quanto ha ammesso Kevan Gosper, presidente della Commissione stampa del Cio. Gosper in precedenza aveva ripetuto più volte che l’accesso a internet per i 21.500 operatori dei media accreditati sarebbe stato “aperto”. “Mi dispiace che ora venga fuori che i l Bocog (Comitato organizzatore dei Giochi di Pechino) ha annunciato che ci saranno limitazioni nell’accesso ai siti web durante i Giochi , e anche se capisco che il materiale sensibile non collegato alle Olimpiadi continua ad essere un problema per i cinesi, credo che il Bocog e il Cio avrebbero dovuto offrire un messaggio chiaro ai media internazionali”, ha detto Gosper. “Ora mi rendo anche conto che alcuni funzionari del Cio hanno negoziato con i cinesi sul fatto che alcuni siti sensibili siano bloccati perché non li considerano collegati ai Giochi “. Lapidaria la risposta di Sun Weide, dirigente del Bocog: “Sarà garantito adeguato accesso alla rete perché i giornalisti esteri possano fare articoli sui Giochi”. Ma non chiarisce se i loro e-mail e articoli saranno “controllati”. Appena l’8 luglio, Sun aveva ripetuto che “un pieno accesso a internet è molto importante per i giornalisti”. “Per i giornalisti ci sarà, nelle maggiori strutture olimpiche, un pieno accesso a internet”. Ancora oggi nel principale centro stampa risulta impossibile collegarsi al sito di Amnesty International , che lunedì ha diffuso un rapporto in cui critica la Cina perché non ha tenuto fede agli impegni in tema di diritti umani assunti per le Olimpiadi. Sulla vicenda il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Liu Jianchao, ha detto che i rappresentanti dei media dovrebbero in generale poter accedere a Internet come sono abituati a fare , ma ha concesso che, ad esempio, siti correlati a Falun Gong, sono censurati. “Io penso che tutti sappiano che si tratta di un culto che è stato bandito per legge, e che per conseguenza i siti ad esso correlati sono censurati”. Liu ha poi ipotizzato che difficoltà rilevate su siti specifici possano dipendere dai loro stessi problemi. “Molti siti, per come sono strutturati, non sono facili da vedere, in Cina – ha detto Liu – ma posso dire che la nostra attitudine è quella di assicurare ai giornalisti stranieri il regolare accesso all’informazione in Cina, durante i Giochi”. Intanto Takao Akama, professore dell’università Waseda di Tokyo e medico del Comitato olimpico giapponese, propone agli atleti di indossare le maschere usate dagli operai edili, per proteggersi dall’inquinamento. Du Shaozhong, vicedirettore dell’Ufficio per la protezione ambientale di Pechino, assicura che “la qualità dell’aria è migliorata del 20%” . E ripete le statistiche secondo le quali Pechino a luglio ha già avuto “25 giorni di aria pulita”, sebbene sia stata quasi sempre avvolta dallo smog.
Comitato olimpico responsabile della censura sul web

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