L’Alta Corte di Tokyo ha confermato la condanna a due anni e mezzo di carcere decisi in primo grado a Takafumi Horie, l’ex presidente e fondatore della della società internet giapponese Livedoor. Il processo lo ha visto imputato per aggiotaggio e false comunicazioni societarie. La Corte d’appello ha giudicato buono l’impianto della sentenza emessa nel marzo 2007 che aveva giudicato Horie colpevole di aver approvato tutte le operazioni illegali di Borsa e di complesse, spesso fittizie, acquisizioni societarie per far lievitare i titoli del suo gruppo. Il presidente della Corte, Tetsuji Nagaoka, sottolinea come Horie abbia “avuto un ruolo di primo piano nelle attività illegali contestate in qualità di leader di Livedoor”. Inoltre, le infrazioni commesse, tra cui la falsificazione del bilancio del gruppo per l’anno 2004, portato tramite giochi contabili da un passivo reale di 300 milioni di yen a un attivo fittizio di 5 miliardi di yen, “non sarebbero state possibili” senza l’assenso esplicito dell’ex magnate di internet. Il collegio difensivo di Horie ha annunciato il ricorso presso la Corte Suprema, l’ultimo grado di giudizio prima che la condanna diventi esecutiva.
Condannato presidente Livedoor

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