Steve Jobs è stato uno dei primi grandi dell’hi-tech a credere nella convergenza della comunicazione, progettando dispositivi capaci di interagire davvero tra loro. In principio fu il Mac, che arrivò sul mercato nel 1984. Un compu- ter finalmente semplice da utilizzare grazie all’interfaccia gra- fica. Poi è stata la volta dei portatili iBook, dei lettori iPod, del negozio digitale iTunes, del cellulare iPhone e del tablet iPad. Steve Jobs (scomparso il 6 ottobre a 56 anni) è stato la mente di tutti questi progetti. Da lui e dal suo gruppo di lavoro sono arrivati prodotti che hanno cambiato il modo di lavorare, diver- tirsi e comunicare di milioni di persone. Il percorso compiuto da Jobs racconta la tendenza alla convergenza dei diversi mezzi di comunicazione. L’intenzione del padre di Apple era quella di creare un mondo hi-tech in cui i dispositivi interagissero efficacemente tra loro, consentendo agli utenti di gestire al meglio le proprie necessità comunicative. Così un semplice cellulare può aprirsi a internet, una tavoletta trasformarsi in uno schermo su cui sfogliare quotidiani digitali, un lettore di file musicali può fare da volano per la smaterializzazione dei prodotti culturali. Per qualcuno Jobs è stato un ingegnere dei sogni, per qualcun altro il più grande piazzista contemporaneo: marketing, creatività e business si mescolano nella sua storia. Di certo, il programmatore californiano ha saputo interpretare il mondo della comunicazione, la sua propensione a raccogliere (dati, funzioni, contenuti), alla ricerca del dispositivo perfetto.
Convergenza orfana

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