Come sarà l’anno che viene per i telegiornali del servizio pubblico? I direttori del TG2 Mauro Mazza e del TG3 Antonio di Bella fanno la previsione per l’immediato futuro. “Spero in un anno di lavoro sereno, il che significa godere di un supporto editoriale e aziendale che per noi e’ andato un po’ ad intermittenza e non sempre nella misura che sarebbe stata necessaria”, dice Mauro Mazza. “Vorrei per il Tg2 una Raidue molto piu’ forte di quanto lo sia oggi, non per responsabilita’ di chi la dirige ma per difficolta’ che si sono sovrapposte nel tempo. E’ mia convinzione che una rete piu’ attraente porta spettatori al telegiornale”. Mazza vuole dare più riconoscibilità al suo telegiornale: “Senza puntare alla differenziazione in quanto tale. Un telegiornale che sia riconoscibile e caratterizzato da una forte identita’, una sua identita’ subito visibile”. Internet e i nuovi media in genere e’ il tema a cui guarda invece Antonio Di Bella, direttore del Tg3. Una sfida da fronteggiare, dice, auspicando che possa ripartire Tg3 break, il telegiornale sul telefonino abortito dopo la sperimentazione. “I giovani non leggono i giornali e guardano poco la televisione, ma usano molto i telefonini e i computer, e dunque su questi si gioca la sfida del futuro. Ma dobbiamo farlo meglio, stiamo lavorando su questo; occorre offrire piu’ servizi sul web. Va garantita anche l’offerta tradizionale, che non va ridimensionata, ma invece arricchita”. Per il prossimo anno il direttore del Tg3 promette “grande attenzione all’America (dove a breve avra’ come corrispondente Giovanna Botteri, al posto di Corradino Mineo diventato direttore di Rai News 24), perche’ mi aspetto nuovi spunti di politica, di cultura. L’America non e’ solo Bush e non bisogna pensare che l’uscita di scena di Bush, quando dovra’ avvenire per scadenza del suo mandato presidenziale, significhera’ automaticamente un’America che svolta a sinistra”. Un’America del vicino futuro che proporra’ temi di grande dibattito e di cui il Tg3 cerchera’ di capire per tempo quale rapporti vorra’ avere con l’Europa.
Critici ma speranzosi per il 2007 i direttori dei Tg Rai

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