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Cruciani in tv deprime Sgarbi

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di Giorgio Bellocci Non ha funzionato. Secondo i freddi dati Auditel l’esordio di Radio Belva è stato visto da 670.000 spettatori (Rete 4, mercoledì, ore 21.10). Cosa non ha funzionato è problema che investirà i dirigenti di Mediaset e di Publitalia, che monitoreranno in vista di un probabile slittamento del talk in seconda serata perché il 2,8% di share è sotto la soglia di rete. E la coppia di conduttori? Notoriamente mattatori nel controverso La Zanzara su Radio 24 : a David Parenzo, uomo nato in tv, brucierà non poco il flop, mentre Giuseppe Cruciani probabilmente farà spallucce, fedele al cliché di battitore libero e fuori dal coro. Poi certo, chi lo detesta tra gli ascoltatori de La Zanzara (masochisti che comunque fanno il gioco della radio di confindustria sintonizzandosi puntualmente alle 18.30) non lo trova sempre così libero e fuori dal coro… E qui vale la pena di sottolineare che in Radio Belva manca il fattore che più di tutti ha decretato il successo de La Zanzara , vale a dire la rissa perenne tra i due conduttori e la maggioranza degli ascoltatori. Un bene, per carità, in ambito televisivo, ma circostanza che è fondamentale per interpretare il basso risultato di audience ottenuto ieri sera. Non solo: meritoriamente Cruciani si è dimostrato rilassato, gestendo con inusuale pacatezza i temi forti messi sul piatto nella prima puntata, accanto a quelli futili. Si, perché chiami Mario Borghezio della Lega a esprimere i deliri che sovente proferisce ai microfoni de La Zanzara (la solita litania sui clandestini, Lampedusa, il ministro Kyenge). Poi Alba Parietti che prova a giocare con ironia, riuscendoci talvolta, sull’iconografia della “coscia di sinistra”. C’è l’integralista Maria Giovanna Maglie la più cattiva e antipatica delle opinioniste di destra, che con aria da mullah incazzosa aspira, con l’aiuto degli editoriali su Libero , a diventare la nuova Orianna Fallaci. Quella però insopportabile e acida degli ultimi anni di vita. Ma ieri la Maglie sembrava narcotizzata, vittima principale della scenografia ridanciana a metà tra Indietro tutta di Arbore e Cronache marziane di Canino; con una spruzzatina di A bocca aperta di funariana memoria. Invitare il neofascista Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, non è stata una idea brillantissima. Cruciani si crede Voltaire e dunque darebbe la parola al peggior individuo che passa per strada. Però ecco, se inviti Fiore gli devi allora permettere di esprimere le proprie opinioni. Se da Parenzo, acceso nemico di Forza Nuova, ci si poteva aspettare un tono censorio, sorprende che ieri Cruciani si sia mostrato intollerante solo con Fiore. Benissimo Paolo Villaggio, cui è spettato il ruolo di buttarla in vacca. Ma con il suo carisma se lo può permettere.  Mi hanno infine fatto tenerezza sia Emilio Fede, sia Vittorio Sgarbi. Il primo è l’inviato speciale del programma. Ieri si è collegato da una sezione di Sel, dove si è creata una certa empatia tra lui e i vari rappresentanti. Fede ha preso molto sul serio l’impegno, e infatti in un paio di interventi ha lamentato l’anarchia creata in studio da Parenzo e Villaggio. Sgarbi non è mai entrato in partita. Si è infuriato da par suo con i conduttori e con la Parietti,  e in conclusione davanti all’abbraccio di Cruciani (suo grande sponsor alla radio) ha sibilato: “spero chiudano il programma”. Aveva gli occhi tristi e delusi. 

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