di Giorgio Bellocci Chi l’ha detto che in Rai non è possibile realizzare della buona fiction? E’ sufficiente che un produttore con fiuto come Luca Barbareschi recuperi con la sua Casanova Multimedia un classico della tv italiana in bianconero per un remake intrigante. Negli anni ‘60 la mini-serie Nero Wolfe interpretata da Tino Buazzelli (nel ruolo dell’investigatore) e da Paolo Ferrari (il fido Archie Goodwin) spopolò imponendosi come un classico della tv pionieristica. Quegli episodi erano ispirati ai romanzi del grande giallista americano Rex Stout, mentre il “nuovo” Nero Wolfe vive di sceneggiature più libere, curate dal regista Riccardo Donna con un team di scrittori (Raiuno, giovedì, ore 21.10). A partire dal colpo di teatro che vede costretti Wolfe e Goodwin a trasferirsi da New York a Roma, a fine anni ‘50, a causa di dissidi con i vertici FBI. La soluzione ha permesso alla produzione di contenere i costi e di poter contare maggiormente sulle riprese in esterna (per altro ricordiamo che gli episodi degli anni ‘60 erano ambientati a New York ma girati a Cinecittà). Ottime a riguardo la fotografia di Alessio Gelsini Torresi e la scenografia. Il budget ha permesso inoltre la felice trasposizione della coppia Francesco Pannofino-Pietro Sermonti direttamente dalla serie culto Boris . Pannofino dona al suo Wolfe una pigrizia esilarante, corroborata però da cellule grigie alla Hercule Poirot, e non sfigura nell’arduo paragone con Buazzelli. Sermonti, un Goodwin godereccio e ironico senza forzature, si conferma come uno degli attori più poliedrici e preparati del panorama italiano.
Da “Boris” a “Nero”: Sermonti e Pannofino super

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration