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Dagli scarti dell’Etna alle stampanti 3D

La cenere vulcanica dell’Etna può trasformarsi in inchiostro per stampante 3D.

E’ quanto dimostra uno studio presentato al recente Congresso congiunto SIMP-SGI (Società Italiana di Mineralogia e Petrologia e Società Geologica Italiana), che si è tenuto a  settembre a Padova.

Lo studio, presentato dalla dott.ssa Sabrina Zafarana del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, ha illustrato i risultati dell’utilizzo di  due scarti industriali molto diversi tra loro: la cenere vulcanica dell’Etna e il vetro proveniente dalla produzione di fibra ottica. 

Entrambi materiali sono normalmente destinati alla discarica, ma se opportunamente trattati, possono diventare inchiostri per la stampa 3D.

La tecnologia si chiama Direct Ink Writing, e consente di sviluppare   inchiostri dalle proprietà interessanti perché facilmente modellabili durante la stampa e capaci di mantenere la propria forma dopo la deposizione.

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