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Dagli scavi al museo a San Casciano dei Bagni

Due dei reperti di San Casciano - dal sito dei Beni Culturali

Due dei reperti di San Casciano - dal sito dei Beni Culturali

Nella località toscana, protagonista nei mesi scorsi di un prezioso ritrovamento di statue etrusco-romane, sorgerà un museo dedicato.

La località di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, sembra votata a smentire tanti luoghi comuni sull’Italia della cultura e della burocrazia. A nemmeno due mesi dall’annuncio di una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni (24 grandi bronzi ritrovati scavando nel fango e nell’acqua del Santuario del Bagno Grande) viene annunciato ufficialmente che quei ritrovamenti diventeranno il fulcro di un museo dedicato nella piccola località della Val di Chiana senese. Insomma, la cultura, la burocrazia e la politica sembrano per una volta viaggiare nella stessa, giusta, direzione: quella di valorizzare il patrimonio culturale che tutto il mondo ci ammira mettendo in fila rapidamente tutte le carte necessarie e con la benedizione del ministero dei Beni Culturali, sul cui sito il ritrovamento ha ancora un grandissimo spazio.

Nel corso di un grande convegno organizzato presso l’Università per Stranieri di Siena, il ministro Gennaro Sangiuliano ha citato Benedetto Croce (“La storia è una cassetta degli attrezzi per comprendere il nostro presente”) e spiegato che, in attesa della costruzione fisica del museo, le opere verranno esposte al Quirinale, a Roma, per restituire al mondo la possibilità di vederle. Un prestito temporaneo, evidentemente, prima che quelle opere tornino “a casa”: San Casciano dei Bagni, infatti, non è stata solo il prezioso involucro che ha conservato questo tesoro, ma ha anche visto una grande compattezza amministrativa affinché gli scavi si effettuassero.

L’intuizione che fosse utile e necessario autorizzare le operazioni l’avevano avuta anche le tre passate amministrazioni comunali, che infatti si sono prodigate per mettere in fila carte, concessioni e acquisizioni che hanno portato all’inizio dei lavori nel 2019. E nonostante un iniziale insuccesso e poi gli anni difficili della pandemia, l’amministrazione non ha mollato. E ha avuto ragione. Per questo, con grande orgoglio, la sindaca del paese, Agnese Carletti, ha parlato di una scoperta che “restituisce un pezzo di storia che farà crescere la coscienza e l’identità della popolazione”. Non solo. La sindaca è determinata affinché proseguano gli scavi, venga realizzato un parco archeologico termale e il grande museo annunciato, “per restituire un pezzo di storia sconosciuta alla comunità. Una comunità che sta lavorando tutta insieme”.

di Daniela Faggion

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