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Dalle mosche la pellicola per proteggere il cibo

Nuove forme di protezione per il cibo - Shutterburg75

Nuove forme di protezione per il cibo - Shutterburg75

L’invenzione è nata da un progetto europeo coordinato dall’Università di Pisa: sono diverse protezioni a base di chitosano

Si mettano il cuore in pace i nonni che ci hanno insegnato a proteggere il cibo dalle mosche: adesso proprio dall’esoscheletro degli insetti – mosche comprese – si generano imballaggi ecologici per il cibo. Si tratta di protezioni a base di chitosano che possono essere spray, liquidi, in pellicola o in formato vaschetta. Questa novità per abbattere l’impiego della plastica nel packaging arriva dal progetto europeo Prima Fedkito che si è appena concluso all’università di Pisa. A coordinarlo Barbara Conti, docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali.

“Il chitosano – osserva la scienziata – è una sostanza del tutto naturale e biodegradabile con molteplici impieghi in agricoltura biologica e nell’industria cosmetica, farmacologica, medica, veterinaria e tessile. Generalmente si ricava dall’esoscheletro di crostacei o dalle pareti cellulari dei funghi, ma anche dagli insetti. Seguendo un criterio di economia circolare per produrlo abbiamo utilizzato la mosca soldato nera, allevata su scarti organici della filiera alimentare”.

A seconda delle caratteristiche dei cibi hanno preso forma diversi imballaggi: pellicola, vaschette, spray per proteggere vari alimenti quali frutta, verdura, carne, formaggi e prosciutti in stagionatura. Per potenziare il chitosano, i ricercatori hanno aggiunto oli essenziali che già da soli hanno proprietà insetticide e fungicide, ottenendo “imballaggi aromatizzati in modo diverso, con un valore aggiunto dal punto di vista sensoriale”, in grado di “esaltare le caratteristiche organolettiche e l’aspetto brillante” di determinati cibi.

In questo bagno di innovazione, non poteva mancare anche un apporto tecnologico. Nell’ambito della sperimentazione, infatti, sono stati prodotti anche imballaggi sostenibili e smart, con biosensori di nuova generazione da applicare sulle confezioni in chitosano. Così è possibile monitorare la presenza e la quantità di contaminanti, batteri, micotossine e – in definitiva – la qualità stessa del cibo confezionato.

di Daniela Faggion
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