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Dall’Italia un messaggio per le donne dell’Iran

Monito per i diritti in Iran lanciato da un'avvocata prigioniera

Monito per i diritti in Iran lanciato da un'avvocata prigioniera

Lo ha inviato l’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh, incarcerata da tempo, con una lettera letta in occasione del Premio Ipazia Internazionale assegnatole.

 

Dall’Iran a Genova al resto del mondo un messaggio per le donne dell’Iran. A firmarlo è Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana incarcerata da tempo cui è stato assegnato il Premio Ipazia Internazionale con la motivazione di “aver difeso i diritti umani di uomini e donne ed essere stata condannata a una pena di più di 30 anni di reclusione e a 148 colpi di frusta”. Nel suo messaggio Sotoudeh si richiama alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e invoca la comunità internazionale ad agire con più decisione di fronte a quanto accade sotto il regime degli Ayatollah. Ecco il suo messaggio.

“La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sconta una contraddizione: esprime i più alti ideali, ma ne affida la realizzazione ai Governi, che a volte ne sono i principali trasgressori. Donne e uomini di valore che vivono nel segno di questi ideali e si battono per realizzarli devono essere affiancati dalle autorità dei rispettivi Paesi.

Guardando all’Iran come si può accettare che il regime degli Ayatollah punisca con la pena di morte i suoi cittadini, che manifestano pacificamente nel nome dei diritti fondamentali delle donne e degli uomini? Forse dovremmo interrogarci, se quanto stia facendo la comunità internazionale sia sufficiente. Forse per la protezione dei diritti serve anche una Carta dei doveri. Forse serve una nuova visione, una convergenza multidisciplinare e sostenibile, che veda impegnati le società e le classi dirigenti nei vari campi in cui si esprime il talento dell’umanità, la politica, la scienza, l’arte, il pensiero. Il cammino dell’umanità richiede fermezza, consapevolezza e onestà contro gli egoismi e gli interessi, nel nome della democrazia.

In Iran da più di 40 anni si ripetono le umiliazioni e le discriminazioni contro le Donne. Metà della popolazione del nostro paese è stata condannata a vivere nel tunnel della morte, senza poter assaporare il gusto della Vita e della Libertà. “DONNA, VITA, LIBERTÀ: sono le parole della nostra rivolta. I nostri poeti cantano l’Amore. Scrivono: l’Amore è felicità , l’Amore è libertà, l’Amore è all’origine della vita. Ora l’Iran vuole tornare a cercare l’Amore, anche se sarà una strada in salita. In tutto il mondo si è alzata un’onda di solidarietà a sostegno del popolo iraniano. Che la politica e le istituzioni nei diversi paesi si interroghino sulla violazione dei diritti umani rispettando le coscienze libere dei propri cittadini”.

di Daniela Faggion

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