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Dare una casa a un super come Minoli

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di Giorgio Bellocci E’ passato quasi un mese dall’annuncio della direzione della Rai relativa alla chiusura de La Storia siamo noi . Dopo la valanga di proteste ricevute non solo da semplici spettatori (ovviamente tramite i social network) ma anche da addetti ai lavori e politici, la direzione generale aveva parzialmente corretto il tiro, specificando che il format non sarebbe stato cancellato, ma che comunque Giovanni Minoli, per anni curatore e conduttore del medesimo, veniva accantonato essendo scaduto il suo contratto con la Rai. Quando il rammendo è peggio del buco… Certo, Luigi Gubitosi, il direttore generale Rai, si è poi affrettato a dire che “non sono escluse future collaborazioni con Minoli”. Un modo ambiguo per provare a giustificare una delle scelte più infelici della recente travagliata avventura della tv di stato. E’ difficile pensare a La Storia siamo noi senza Minoli al timone, obiettivamente. In passato vi sono state altre sollevazioni per cancellazioni di programmi, ma mai la protesta era risultata così intensa e trasversale anche da un punto di vista delle diverse ideologie.  E’ passato un mese e sabato scorso abbiamo visto Giovanni Minoli in splendida forma, informatissimo come suo costume su tutto ciò che accade nella società, ospite di Luca Telese e Nicola Porro a In onda su La7. Stuzzicato da Telese sul tema, Minoli ha confermato che dalla Rai più nessuno si è fatto vivo. Sia pure tra qualche incertezza sulla nuova leadership aziendale, La7 prosegue con successo la mission di puntare forte sull’informazione (vedi anche l’aggiunta in palinsesto del programma di Gianluigi Nuzzi e i sempre più frequenti appuntamenti con Bersaglio Mobile di Enrico Mentana). E se fosse La7 a dare una casa a Giovanni Minoli? 

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