Site icon Telepress

Donne alla conquista della scuola italiana

Dai dati Eurostat emerge una presenza femminile in cattedra maggiore rispetto a quella maschile: alle medie, su 10 insegnanti 8 sono donne e alle superiori le professoresse rappresentano il 67% dei docenti.
La scuola italiana è donna. A dirlo sono i dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, secondo cui in Italia c’è una presenza maggiore di donne in cattedra rispetto ai colleghi maschi ed è uno dei paesi del Vecchio continente con più quote rose, almeno tra quelli dell’ex Europa occidentale. Un primato che viene superato solo dai paesi dell’ex blocco sovietico, come Lettonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacca, Romania, Ungheria.
I numeri
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione sulla base del 2020/2021, più di 8 insegnanti di ruolo su 10 sono donne, l’83,2% contro il 79% dei primi anni Duemila. E se nella scuola dell’infanzia e alla primaria la presenza femminile è data quasi per scontata, 99% e 96%, la scuola media e le superiori sono un esempio lampante di questa espansione femminile. Nel primo caso, rispetto all’anno 2020/2021, quasi 8 insegnanti su 10 sono donne: il 79% rispetto al 74% di venti anni fa e al 61% dell’anno scolastico 1965/1966. Una crescita, dunque, di 18 punti percentuali. Alle superiori, invece, in 55 anni la presenza femminile è passata dal 48% al 67%.
Il punto di vista dell’Europa 
Il Consiglio europeo, l’organismo che definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Unione europea, attraverso una risoluzione ha invitato gli stati membri a mettere in atto delle politiche per attrarre più uomini in cattedra per generare “una distribuzione di genere nel corpo docente più bilanciata”, come spiegato anche dal’Invalsi, l’Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico italiano. Dal Consiglio europeo affermano che “ci sono diverse ragioni dietro l’elevata percentuale di insegnanti donne. Gli stereotipi di genere persistenti contribuiscono alla percezione dell’insegnamento come professione al femminile. Le modalità di lavoro flessibili per gli insegnanti sono attraenti per le madri lavoratrici, mentre le differenze di salario relativo tra uomini e donne rendono l’insegnamento finanziariamente meno attraente per gli uomini che per le donne”. “Migliorare il riconoscimento dell’importanza dell’insegnamento per la società, anche retribuendo adeguatamente gli insegnanti – concludono dall’Ocse, Organizzazione per lo sviluppo economico e sociale – potrebbe attrarre e trattenere buoni insegnanti indipendentemente dal sesso.
di Antonietta Vitagliano
Exit mobile version