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Durov fuori da Vk, il social russo è pro-Putin

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Pavel Durov ha lasciato la poltrona di ceo di Vkontakte.com, il social netowrk più popolare in Russia . Durov, informatico di grido e rivale europeo di Mark Zuckerberg, in grado di lanciare anche Telegram, servizio di messaggistica istantanea in grande ascesa, si è dimesso a causa delle pressioni politiche ricevute, che a suo parere non gli hanno permesso di gestire liberamente il sito. Gli esponenti filo-governativi, interni ed esterni all’azienda, hanno spinto Durov a lasciare Vk : “A seguito di eventi successivi alla variazione della partecipazione in Vkontakte, nel mese di aprile 2013, la libertà del ceo di gestire l’azienda è stata notevolmente ridotta – ha affermato in un comunicato – . Sta diventando sempre più difficile difendere quei principi che una volta erano la base di questo social network. Dopo mio fratello, che a metà dello scorso anno ha lasciato la carica di direttore tecnico, mi dimetto anche io” . Durov ha fondato Vk nel 2006, dando vita a un sito in tutto e per tutto simile a Facebook, che ha spopolato in patria anche a causa dello scarso controllo sui post degli utenti, che tramite le loro bacheche potevano scambiarsi anche film e musica pirata. Oggi, il servizio conta 200 milioni di iscritti e anche per questo il governo ha deciso di influenzarne le sorti: troppo importante cooptare l’opinione pubblica online e controllare le informazioni veicolate via Vk. Così, nell’aprile dello scorso anno, United Capital Partners, fondo guidato da un alleato di Vladimir Putin, aveva acquistato il 48% della società.  Nelle ultime settimane, con la crisi Ucraina all’apice, le tensioni hanno lacerato anche il cda del social network e Durov ha deciso di vendere il suo 12% a Ivan Tavrin, amministratore di MegaFon, compagnia vicinaal Cremlino, per 400 milioni di dollari, garantendosi una ricca pensione. Meno certo, invece, è il futuro del web russo, sempre più Mosca-centrico.

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