Un quarto dei venditori europei ritiene di poter aumentare del 25% le proprie entrate migliorando le vendite online oltre il confine del proprio Paese. Due terzi, il 68% per la precisione, considerano l’espansione del commercio elettronico in Europa un mezzo o una strategia prioritaria per la crescita, tuttavia molti faticano a destreggiarsi tra leggi, regolamenti e pratiche locali. Il quadro di cui sopra è la sintesi dello studio condotto, su un campione di 146 operatori al dettaglio di sette paesi dell’Unione Europea, Italia compresa, da Accenture per la European Retail Round Table. L’e-commerce è dunque una risorsa ritenuta importante ma ci sono ancora troppi vincoli di natura burocratica a livello di singolo Paese a bloccarne uno sviluppo che a oggi ha portato a comprare online circa il 40% dei consumatori del vecchio Continente. Dalla ricerca sono inoltre emerse chiaramente quali sono le principali difficoltà per avere successo con le vendite online oltre il confine nazionale: in testa ci sono le diverse leggi sulla restituzione della merce (citata nel 47% dei casi), quindi la difficoltà a gestire efficientemente i resi (44%) e a seguire i costi legati all’osservanza delle diverse norme nazionali in materia di transazioni commerciali con i consumatori, diverse leggi sul lavoro e le normative fiscali (tutte e tre evidenziate dal 42% del campione).
E-commerce in crescita, ma le leggi dei diversi paesi sono troppo vincolanti

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