Beppe Grillo insegna: sul web si può fare propaganda e attirare elettori. Ma nessun politico del Pd mette in pratica la lezione E’ scattata l’ora del web per la politica. Hanno iniziato i francesi, in sordina, con le presidenziali della scorsa primavera che poi hanno portato Nicholas Sarkozy all’Eliseo e stanno continuando gli statunitensi con le primarie di partito per la corsa alla Casa Bianca nel 2008. L’Italia ha perso il treno lo scorso anno per le elezioni amministrative e cerca di accodarsi al gruppo con le primarie del neo costituito Partito Democratico, che il prossimo 14 ottobre sceglierà il suo nuovo – e primo – segretario. La sfida per la guida del Pd corre soprattutto sul web: sui propri siti Internet i candidati espongono programmi e interagiscono con gli elettori. La campagna elettorale fa anche capolino su YouTube, la rete globale di condivisione di video, e su Flickr, per la condivisione delle foto. Soprattutto, gli aspiranti segretari del Pd pubblicano online lettere e repliche ai concorrenti. Qualcosa si muove, ma la strada del web politics è ancora lunga. Prima di tutto c’è da segnalare la novità del sito Partitodemocratico.it , che nasce sulle ceneri di Ulivo.it. Il sito Margheritaonline.it e Dsonline.it, le due metà della neo formazione politica, continuano a rimanere sul web con le loro identità separate. Chi ha subito sfruttato le possibilità offerte da internet sono i sei candidati per le primarie, che hanno aperto siti, blog, forum e fotogallery. Le tre corazzate sono Rosy Bindy, Enrico Letta e Walter Veltroni, il blogger Mario Adinolfi continua a coltivare la sua identità online senza fronzoli mentre Piergiorgio Gawronski e Jacopo Schettini languono con proposte decisamente scadenti. L’attività online ferve con Veltroni e Bindi che si sfidano a colpi di post ed Enrico Letta che pubblicizza tutti i suoi spostamenti e il suo nuovo libro. Il cavallo da battere (o sul quale scommettere, dipende dai punti di vista) è il sindaco di Roma Walter Veltroni, che ha aperto il sito Lanuovastagione.it per la propaganda alla leadership del Pd. Si tratta di un portale che ricorda molto quello di Ségolène Royal, la candidata socialista alle presidenziali francesi. Sono ben navigabili le sezioni ai video che riguardano la candidatura di Veltroni, l’agenda degli eventi e il suo programma politico. C’è una sezione “Manda un video con una domanda”, che però è ancora vuota mentre fervono le discussioni sul social network affiliato al blog Il Cannocchiale. Rosy Bindi rimane fedele alla sua essenzialità e il sito Scelgorosy.it si divide in quattro aree dove spunta il blog della candidata, che lo aggiorna quotidianamente con feroci stoccate ai suoi avversari politici e che è commentato anche dal pubblico. Simpatico il tentativo di merchandising con i gadget (magliette, spille, adesivi, ecc.) marchiati Scelgo Rosy. Enrico Letta si è ufficialmente candidato alle primarie del Pd con un filmato caricato su YouTube e sul suo sito Enricoletta.it . E’ un blog con un’ampia rassegna stampa sul candidato e con molti video riguardanti i suoi viaggi elettorali. L’interazione con il pubblico è garantita dalle proposte sulle parole chiave del progetto politico del Partito democratico. Mario Adinolfi è una vecchia conoscenza del web, visto che è conosciuto come blogger e giornalista di Nessuno.tv. La sua lunga militanza online gli permette di non stravolgere il suo blog, che viene aggiornato con il “ Diario di un candidato alle primarie ” e che conta su un vasto numero di commenti. Chiudiamo la rassegna con Piergiorgio Gawronski e Jacopo Schettini, due candidati sconosciuti ai più e che continuano a mantenere un certo riserbo anche sul web con i loro siti Gawronski.it e Jacopo-g-schettini.eu . Le grafiche sono poche user friendly come anche l’impaginazione e l’interattività con gli utenti. Insomma, con il meglio di ogni sito dei sei candidati potremmo ottenere quello ideale per il web politics, sulla scia di ciò che propongono già gli Usa per la lunga corsa alla Casa Bianca. Domina la scelta del blog come espressione delle proprie idee e come cartina tornasole del giudizio del pubblico. Ma sembra che il vero contatto con gli elettori e le loro controproposte faccia ancora paura. Deludente non riuscire a scovare tracce di campagna elettorale sui social network, quando negli Usa sono ormai da mesi delle vere e proprie comunità virtuali che raggruppano i supporter dei vari candidati. Rimane l’affascinante realtà di YouTube, dove i candidati caricano i loro video. Peccato davvero per l’occasione persa per spingere la politica sul web e toglierla ai classici media come tv e radio. Non dimentichiamo che: a) internet è usato da tutti (da casa o dall’ufficio); b) internet porta voti, anche quella manciata che fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta; c) internet coltiva delle nicchie di interesse, che bisogna saper coltivare per le ragioni del punto b); d) internet è soprattutto social networking, il sito e i blog sono acqua passata; e) la parola d’ordine è partecipare (mandare filmati, foto, racconti). Beppe Grillo ha insegnato in questi anni come usare il web per dire la sua. Secondo il comico genovese i mezzi di informazione tradizionali «sono finiti» e saranno presto schiacciati dal web, considerato il solo vero spazio di democrazia. Internet non consente di mentire: se lo si fa “dopo 24 ore ti arrivano 2mila messaggi per dirti che sei un cialtrone”. E dai microfoni della tv panaeuropea di informazione Euronews rincara la dose: “Il web è democrazia. Infatti, i politici non ci sono” E-LEZIONI: Spagna 2007, chi vuole sfidare Zapatero? In Spagna si può giocare a fare i candidati politici sul sito The Big President , che promette di trovare il prossimo inquilino della Moncloa, la sede del governo iberico. Il concorso è partito dal web e si propone come un reality show. Tutti possono partecipare registrandosi sul sito. Passata una prima selezione si diventa “candidati” e si può presentare un programma politico scritto anche con l’aiuto – se richiesto – dell’Asociación Española de Consultores Políticos, che è anche consulente e collaboratore del reality show. La gara tra candidati si sviluppa in quattro fasi e si concluderà a fine ottobre, quando i quattro finalisti si sfideranno in un dibattito politico moderato dal giornalista spagnolo Albert Castillón. Chi vince si porta a casa 8mila euro e un futuro da fanta-premier. Per ora sono in 169 i candidati selezionati tra oltre 300 persone registrate. Le donne sono circa il 40%. In testa alle preferenze un aspirante scrittore di Salamanca con un passato da nuotatore. Al secondo posto una imprenditrice catalana che promette “più ordine in questo paese”. E-LEZIONI: USA 2008, Rudy tira le orecchie a Hillary Rudolph Giuliani ha sempre evitato un’esposizione sul web per lanciare la candidatura alle primarie di partito dei Repubblicani in vista della Casa Bianca. Ma ora ha preso gusto con il “video game”: la prima vittima è Hillary Clinton. Dopo aver lanciato con notevole ritardo il suo sito joinrudy2008.org ha iniziato a riempirlo di pubblicità elettorali caricate anche su YouTube. Fedele alla sua nomea di “duro” ha subito adottato una tattica aggressiva. Prima di tutto si pone come unico candidato dei Repubblicani, dando per scontato il suo successo alle primarie del partito. Non accenna minimamente ai suoi avversari e sposta il dibattito su larga scala, sintomo che punta al bersaglio grosso fin da subito. Inoltre ha già identificato il suo avversario tra i Democratici: la senatrice Hillary Clinton. Nel suo spot elettorale pone l’attenzione sulla grande contraddizione che mina la credibilità della ex First Lady, cioè la guerra in Iraq. In un primo momento la autorizzò e adesso chiede, invece, il ritiro delle truppe statunitensi. • Marco Scurati
E-LEZIONI: il PD sul web langue

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