Nella tarda mattinata di lunedì 6 maggio, è morto a Roma Giulio Andreotti. Il senatore a vita, protagonista della politica italiana dal 1945 al terzo millennio, si è spento all’età di 94 anni, dopo una vita da rappresentante simbolo della Democrazia cristiana. “E’ morto Giulio Andreotti” , titola a pochi minuti dalla sua scomparsa Il Sole 24 Ore . Tutte le agenzie e i quotidiani hanno immediatamente dedicato ad Andreotti coccodrilli e titoli a nove colonne: Il Messaggero lo definisce “l’uomo dei record della Repubblica” , con i suoi 7 mandati da primo ministro e una serie di cariche interminabile; Il Giornale raccoglie in diretta “le reazioni della politica”; per La Stampa è stato invece “uno statista al di qua e al di là del Tevere” . Non mancano i lati oscuri di un personaggio tra i più complicati e sfaccettati della nostra storia contemporanea. Panorama dedica un editoriale a “Vita e misteri del divo Giulio” , onnipresente nelle vicende del Paese tra Vaticano, finanza, Parlamento e criminalità organizzata. Il Corriere della Sera , prova a immaginare “l’ultima scena che non vedremo mai” , ovvero tutti i segreti e i particolari che Andreotti fa morire con sé. Il Fatto Quotidiano ricorda così “la prescrizione per i rapporti con la mafia” , mentre Le Monde apre la lunga lista dei giornali stranieri che dedicano la breaking news all’ex segretario Dc, cui seguono Bild , Le Figaro , Bbc , The Guardian e The Times . Più o meno tutti i quotidiani, infine, raccolgono le massime, gli aforismi sprizzanti ironia al vetriolo dell’Andreotti-pensiero, in cui è fin troppo semplice vedere slanci e vicissitudini del Belpaese, dal Dopoguerra a oggi. Da De Gasperi a Belzebù, o il Divo.
E’ morto Giulio Andreotti (Il Sole 24 Ore)

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